Due settimane non bastano. Parola di Chris Paul, star dell'Nba e presidente dell'associazione giocatori. Le due settimane sono quelle di allenamento che, secondo alcuni, sarebbero sufficienti a rimettere in forma i giocatori per tornare in campo. Ma Paul, che parla anche a nome dei colleghi, non è affatto convinto di ciò e -come riferisce Skysport- precisa che "questo non può succedere". Il campione precisa pure: "non credo che la Nba ci stia pensando. Ma se ci dicono 'ehi avete due settimane e poi cominciamo', la nostra risposta è no". Secondo il lungo dei Thunder "qualunque sia il tempo necessario per rimetterci in forma, saremo noi a dare un input alla lega, perché siamo noi quelli che giochiamo. Non possiamo mettere a rischio di infortuni i giocatori, con pochi allenamenti il rischio sarebbe ancora più alto di prima". "Siamo veramente in una situazione in cui nessuno sa cosa succederà. L'unica cosa certa è la voglia di giocare, questo è sicuro. Ma stiamo cercando di capire come farlo succedere. Ci sono tanti passaggi da affrontare perché accada. E' bello che tutti stiano cercando di dare la loro idea e che tutti vogliano tornare a giocare, ma la sicurezza di giocatori, famiglie, tifosi e tutti viene al primo posto".
di Napoli Magazine
24/04/2024 - 01:00
Due settimane non bastano. Parola di Chris Paul, star dell'Nba e presidente dell'associazione giocatori. Le due settimane sono quelle di allenamento che, secondo alcuni, sarebbero sufficienti a rimettere in forma i giocatori per tornare in campo. Ma Paul, che parla anche a nome dei colleghi, non è affatto convinto di ciò e -come riferisce Skysport- precisa che "questo non può succedere". Il campione precisa pure: "non credo che la Nba ci stia pensando. Ma se ci dicono 'ehi avete due settimane e poi cominciamo', la nostra risposta è no". Secondo il lungo dei Thunder "qualunque sia il tempo necessario per rimetterci in forma, saremo noi a dare un input alla lega, perché siamo noi quelli che giochiamo. Non possiamo mettere a rischio di infortuni i giocatori, con pochi allenamenti il rischio sarebbe ancora più alto di prima". "Siamo veramente in una situazione in cui nessuno sa cosa succederà. L'unica cosa certa è la voglia di giocare, questo è sicuro. Ma stiamo cercando di capire come farlo succedere. Ci sono tanti passaggi da affrontare perché accada. E' bello che tutti stiano cercando di dare la loro idea e che tutti vogliano tornare a giocare, ma la sicurezza di giocatori, famiglie, tifosi e tutti viene al primo posto".