Calcio
IL GRAFFIO - Corbo: "Il modello Juve e gli stipendi del Napoli"
30.03.2020 15:03 di Redazione Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica

Fino alle 19 di sabato il calcio preparava una processione laica a Palazzo Chigi. Tutti insieme, ma uno contro l’altro, implorano il soccorso del Governo. Già appesantiti da circa quattro miliardi di debiti, chiedono un decreto per tagliare gli stipendi. Figurarsi. L’Associazione calciatori (Aic) reagisce dicendo molto e nulla, tanto per dimostrare il suo impalpabile peso. È emarginata dalle grandi manovre tra ministero dello Sport, Federazione, Lega, Coni, Sky e banche. La scena di insopportabile paralisi, tra egoismi e impotenza, meritava il colpo di teatro. La Juve ha comunicato l’altra sera che i suoi giocatori e Sarri rinunciano a un terzo degli ingaggi, niente soldi da marzo a giugno. Mica poco. Riduce i danni di 90 milioni. Ne perde 10 Ronaldo, 2,5 Dybala e Higuain. Non solo, Agnelli non deve più attendere, come le altre società, interventi autoritari del Governo né temere crolli in Borsa. Un trionfo. La notizia è stata subito caricata di enfasi: la Juve, si è letto, ha aperto una strada. Ma davvero sblocca il calcio?

 

Come molte sue vittorie importanti, neanche questa va archiviata tra gli esempi di opere pie. Va analizzata. È piena di se e ma. L’accordo infatti ferma i pagamenti da luglio 2019 a febbraio 2020. Otto mesi su 12. La Juve riduce del 30 per cento il monte ingaggi, fissato a 294 milioni. Può quindi chiudere il bilancio fino al 30 giugno 2020 senza gravi sofferenze, ancora più pesanti per una società quotata a Piazza Affari. Risparmia anche su altre voci: Irpef e altri oneri previdenziali e fiscali, ci rimette semmai lo Stato.
Se il campionato finisse qui, sarebbe normale. I giocatori perdono quattro stipendi per mancata prestazione, facile per la società dimostrare la causa di forza maggiore. Lo stesso motivo che consentirebbe a Sky di non pagare l'ultima rata di 233 milioni alla Lega.Se invece ricomincia, si legge nel comunicato che gli stipendi saranno riconsiderati. Giocando le 12 partite che mancano su 38, la squadra può recuperare due o tre stipendi, ma la Juve li inserirà nel bilancio 2020-21. Ha un sollievo la Juve, non ci rimettono quasi nulla i giocatori e Sarri. Bella idea, non è certo un capitolo da edizione straordinaria del libro Cuore, ma l’accordo è un patto di lealtà. Conferma nella Juve civiltà di rapporti e reciproca fiducia, perché porterà più avanti sulla parola a una formale revisione di tutti i contratti.

 

Evidente il contributo di Giorgio Chiellini, il capitano, laureato in Management administration all’università di Torino con tesi proprio sui bilanci della Juve. Rassicurante è poi l’assenza in questa trattativa dei procuratori. Hanno parlato in tre: Chiellini, Bonucci, Buffon. Lo stesso Chiellini ha telefonato a Ronaldo che da Madeira si è fidato subito del compagno. Ok al primo scatto di teleselezione.

 

In questo clima di emergenza sanitaria ed economica, la strategia del consenso vince ma chissà se è replicabile in altre società. Non tutte sono in regola con gli stipendi, alcune stentano a presentare le liberatorie nei controlli della Covisoc, la commissione federale di vigilanza. Altre temono il dissesto. Si rimettono al Governo per un decreto che provocherà ricorsi o risentimenti, nel Napoli anche il rischio di nuovi veleni. Il suo bilancio è in ordine, anzi florido. Può tuttavia tagliare 38 milioni lordi sui 105 di monte ingaggi nel bilancio da chiudere il 30 giugno. Coinvolgere i giocatori in questo artificio contabile, richiede relazioni serene. Lo sono? Sarà interessante osservare la tattica di De Laurentiis, impegnato con Lotito anche nel confronto di Governo e Lega con l’Aic. Nel Napoli è aperta la controversia sulle multe per la rivolta del 5 novembre. Dopo la sosta per l'epidemia si riapre la sfida tra avvocati davanti al Collegio arbitrale del Tribunale. Possibile riproporre quel patto di lealtà e reciproca fiducia a giocatori divisi da progetti diversi, chi vive nell’ansia del trasferimento, chi del rinnovo, chi paventa una pesante multa? Non meno interessante il ruolo di Insigne. Non è laureato come Chiellini, ma ha intelligenza, personalità e orgoglio per misurarsi al meglio con lo scorbutico presidente. Chissà che non si accorga di quanto poco gli abbia reso finora la sua procura al voluminoso Mino Raiola, il poliglotta di Haarlem.

ULTIMISSIME CALCIO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
IL GRAFFIO - Corbo: "Il modello Juve e gli stipendi del Napoli"

di Napoli Magazine

30/03/2024 - 15:03

Fino alle 19 di sabato il calcio preparava una processione laica a Palazzo Chigi. Tutti insieme, ma uno contro l’altro, implorano il soccorso del Governo. Già appesantiti da circa quattro miliardi di debiti, chiedono un decreto per tagliare gli stipendi. Figurarsi. L’Associazione calciatori (Aic) reagisce dicendo molto e nulla, tanto per dimostrare il suo impalpabile peso. È emarginata dalle grandi manovre tra ministero dello Sport, Federazione, Lega, Coni, Sky e banche. La scena di insopportabile paralisi, tra egoismi e impotenza, meritava il colpo di teatro. La Juve ha comunicato l’altra sera che i suoi giocatori e Sarri rinunciano a un terzo degli ingaggi, niente soldi da marzo a giugno. Mica poco. Riduce i danni di 90 milioni. Ne perde 10 Ronaldo, 2,5 Dybala e Higuain. Non solo, Agnelli non deve più attendere, come le altre società, interventi autoritari del Governo né temere crolli in Borsa. Un trionfo. La notizia è stata subito caricata di enfasi: la Juve, si è letto, ha aperto una strada. Ma davvero sblocca il calcio?

 

Come molte sue vittorie importanti, neanche questa va archiviata tra gli esempi di opere pie. Va analizzata. È piena di se e ma. L’accordo infatti ferma i pagamenti da luglio 2019 a febbraio 2020. Otto mesi su 12. La Juve riduce del 30 per cento il monte ingaggi, fissato a 294 milioni. Può quindi chiudere il bilancio fino al 30 giugno 2020 senza gravi sofferenze, ancora più pesanti per una società quotata a Piazza Affari. Risparmia anche su altre voci: Irpef e altri oneri previdenziali e fiscali, ci rimette semmai lo Stato.
Se il campionato finisse qui, sarebbe normale. I giocatori perdono quattro stipendi per mancata prestazione, facile per la società dimostrare la causa di forza maggiore. Lo stesso motivo che consentirebbe a Sky di non pagare l'ultima rata di 233 milioni alla Lega.Se invece ricomincia, si legge nel comunicato che gli stipendi saranno riconsiderati. Giocando le 12 partite che mancano su 38, la squadra può recuperare due o tre stipendi, ma la Juve li inserirà nel bilancio 2020-21. Ha un sollievo la Juve, non ci rimettono quasi nulla i giocatori e Sarri. Bella idea, non è certo un capitolo da edizione straordinaria del libro Cuore, ma l’accordo è un patto di lealtà. Conferma nella Juve civiltà di rapporti e reciproca fiducia, perché porterà più avanti sulla parola a una formale revisione di tutti i contratti.

 

Evidente il contributo di Giorgio Chiellini, il capitano, laureato in Management administration all’università di Torino con tesi proprio sui bilanci della Juve. Rassicurante è poi l’assenza in questa trattativa dei procuratori. Hanno parlato in tre: Chiellini, Bonucci, Buffon. Lo stesso Chiellini ha telefonato a Ronaldo che da Madeira si è fidato subito del compagno. Ok al primo scatto di teleselezione.

 

In questo clima di emergenza sanitaria ed economica, la strategia del consenso vince ma chissà se è replicabile in altre società. Non tutte sono in regola con gli stipendi, alcune stentano a presentare le liberatorie nei controlli della Covisoc, la commissione federale di vigilanza. Altre temono il dissesto. Si rimettono al Governo per un decreto che provocherà ricorsi o risentimenti, nel Napoli anche il rischio di nuovi veleni. Il suo bilancio è in ordine, anzi florido. Può tuttavia tagliare 38 milioni lordi sui 105 di monte ingaggi nel bilancio da chiudere il 30 giugno. Coinvolgere i giocatori in questo artificio contabile, richiede relazioni serene. Lo sono? Sarà interessante osservare la tattica di De Laurentiis, impegnato con Lotito anche nel confronto di Governo e Lega con l’Aic. Nel Napoli è aperta la controversia sulle multe per la rivolta del 5 novembre. Dopo la sosta per l'epidemia si riapre la sfida tra avvocati davanti al Collegio arbitrale del Tribunale. Possibile riproporre quel patto di lealtà e reciproca fiducia a giocatori divisi da progetti diversi, chi vive nell’ansia del trasferimento, chi del rinnovo, chi paventa una pesante multa? Non meno interessante il ruolo di Insigne. Non è laureato come Chiellini, ma ha intelligenza, personalità e orgoglio per misurarsi al meglio con lo scorbutico presidente. Chissà che non si accorga di quanto poco gli abbia reso finora la sua procura al voluminoso Mino Raiola, il poliglotta di Haarlem.

Fonte: Antonio Corbo per "Il Graffio" di Repubblica