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IL PENSIERO - Arek, riecco il bomber che sa superare sempre le difficoltà
20.10.2019 20:09 di Redazione Fonte: Salvatore Caiazza per il Roma

La vittoria serviva. E poco importa se è arrivata dopo qualche difficoltà avuta nel primo tempo. Festeggia il Napoli e lo fa al San Paolo contro un Verona molto solido e con il suo attaccante di riferimento. L’ha decisa Arek Milik la partita che tutti stavano aspettando dopo i pareggi con Genk e Torino. Il centravanti polacco ha dimostrato di sapere segnare. A quanto pare aveva bisogno di una scintilla. Che è scattata in Nazionale qualche giorno fa. Quel tiro a giro alla Macedonia finito nel sette l’ha sbloccato psicologicamente. Risultato? Ha firmato la doppietta contro l’Hellas con l’astuzia e il cinismo dei grandi bomber. Era fondamentale che succedesse ciò. La priorità era senza dubbio tornare al successo per rassenerare l’ambiente. Ma il fatto che l’abbia sottoscritta Milik è un passo avanti non indifferente. Non poteva stare a guardare per molto tempo ancora l’ex Ajax. A quanto pare doveva smaltire l’infortunio all’inguine di inizio stagione ma anche un po’ di rabbia accumulata durante il mercato. Si parlava solo di Icardi dimenticandosi di avere in casa l’attaccante titolare. Ha accettato la situazione in silenzio e appena ha avuto la possibilità di esprimersi lo ha fatto alla grande. D’altronde in questo mondo del pallone nessuno gli ha regalato niente. Soprattutto la fortuna. In due anni si è rotto entrambi le ginocchia. Di peggio non gli poteva capitare. Ma si è rialzato alla grande ed è tornato a fare gol. «Milik non giocava per l’infortunio non perché ero un pirla», Carlo Ancelotti è voluto essere chiaro in conferenza stampa. Che nessuno pensasse ad una esclusione tecnica. In campo ci doveva andare sempre il meglio e fino ad un certo punto il polacco non poteva rendere al massimo. Quando si è ripreso è stato inserito dal primo minuto e i risultati si sono visti. Doveva vincere il Napoli e l’ha fatto. Ha un po’ rischiato dopo i primi quindici minuti della gara permettendo al Verona di crederci. In una sola azione il giovane Meret ha dovuto fare tre interventi. Juric ha parlato di miracoli e forse è un po’ troppo. Ma, comunque, il friulano si è superato. Ad un certo punto si è dato la partita in mano ai veneti e non si riusciva ad uscire dalla propria metà campo. Ai gialloblu riusciva tutto, passaggi di prima ed entrata in area senza problemi. Ancelotti dalla panchina si è sgolato affinché si cominciasse a giocare palla a terra senza doverla buttare per forza. Poi quando Milik ha sbloccato l’incontro tutto è cambiato. Si è andati al riposo e nella ripresa il Verona ha osato veramente poco. Soprattutto quando Carletto ha fatto uscire Younes e ha inserito il terzo centrocampista Zielinski. A quel punto Allan e Fabian hanno avuto più respiro e non sono stati superati sistematicamente. Bisogna capire se si può andare avanti con il 4-4-2 rischiando così tanto o se si può pensare di avere tutte e tre le mezzale a disposizione. Anche in virtù di quella che sarà la partita di mercoledì in Champions contro il Salisburgo. Gli austriaci non scherzano, sanno il fatto loro e possono capovolgere la classifica del girone. Di certo la vittoria con il Verona farà preparare tranquillo il gruppo partenopeo. Ancelotti avrà il tempo materiale per poter decidere la migliore formazione da schierare utilizzando il giusto schema. Non sarà una questione di numeri, ma quando in mezzo al campo si soffre qualcosa va fatto. Intanto il desiderio di Ibrahimovic di tornare in Italia per giocare nel Napoli è stato oggetto di dibattito da parte di Ancelotti. Lo riabbraccerebbe volentieri perché a 38 anni Zlatan potrebbe dare ancora tanto. Difficile che De Laurentiis lo prenda ma dovesse scegliere diversamente porterebbe in azzurro un signor campione.

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IL PENSIERO - Arek, riecco il bomber che sa superare sempre le difficoltà

di Napoli Magazine

20/10/2024 - 20:09

La vittoria serviva. E poco importa se è arrivata dopo qualche difficoltà avuta nel primo tempo. Festeggia il Napoli e lo fa al San Paolo contro un Verona molto solido e con il suo attaccante di riferimento. L’ha decisa Arek Milik la partita che tutti stavano aspettando dopo i pareggi con Genk e Torino. Il centravanti polacco ha dimostrato di sapere segnare. A quanto pare aveva bisogno di una scintilla. Che è scattata in Nazionale qualche giorno fa. Quel tiro a giro alla Macedonia finito nel sette l’ha sbloccato psicologicamente. Risultato? Ha firmato la doppietta contro l’Hellas con l’astuzia e il cinismo dei grandi bomber. Era fondamentale che succedesse ciò. La priorità era senza dubbio tornare al successo per rassenerare l’ambiente. Ma il fatto che l’abbia sottoscritta Milik è un passo avanti non indifferente. Non poteva stare a guardare per molto tempo ancora l’ex Ajax. A quanto pare doveva smaltire l’infortunio all’inguine di inizio stagione ma anche un po’ di rabbia accumulata durante il mercato. Si parlava solo di Icardi dimenticandosi di avere in casa l’attaccante titolare. Ha accettato la situazione in silenzio e appena ha avuto la possibilità di esprimersi lo ha fatto alla grande. D’altronde in questo mondo del pallone nessuno gli ha regalato niente. Soprattutto la fortuna. In due anni si è rotto entrambi le ginocchia. Di peggio non gli poteva capitare. Ma si è rialzato alla grande ed è tornato a fare gol. «Milik non giocava per l’infortunio non perché ero un pirla», Carlo Ancelotti è voluto essere chiaro in conferenza stampa. Che nessuno pensasse ad una esclusione tecnica. In campo ci doveva andare sempre il meglio e fino ad un certo punto il polacco non poteva rendere al massimo. Quando si è ripreso è stato inserito dal primo minuto e i risultati si sono visti. Doveva vincere il Napoli e l’ha fatto. Ha un po’ rischiato dopo i primi quindici minuti della gara permettendo al Verona di crederci. In una sola azione il giovane Meret ha dovuto fare tre interventi. Juric ha parlato di miracoli e forse è un po’ troppo. Ma, comunque, il friulano si è superato. Ad un certo punto si è dato la partita in mano ai veneti e non si riusciva ad uscire dalla propria metà campo. Ai gialloblu riusciva tutto, passaggi di prima ed entrata in area senza problemi. Ancelotti dalla panchina si è sgolato affinché si cominciasse a giocare palla a terra senza doverla buttare per forza. Poi quando Milik ha sbloccato l’incontro tutto è cambiato. Si è andati al riposo e nella ripresa il Verona ha osato veramente poco. Soprattutto quando Carletto ha fatto uscire Younes e ha inserito il terzo centrocampista Zielinski. A quel punto Allan e Fabian hanno avuto più respiro e non sono stati superati sistematicamente. Bisogna capire se si può andare avanti con il 4-4-2 rischiando così tanto o se si può pensare di avere tutte e tre le mezzale a disposizione. Anche in virtù di quella che sarà la partita di mercoledì in Champions contro il Salisburgo. Gli austriaci non scherzano, sanno il fatto loro e possono capovolgere la classifica del girone. Di certo la vittoria con il Verona farà preparare tranquillo il gruppo partenopeo. Ancelotti avrà il tempo materiale per poter decidere la migliore formazione da schierare utilizzando il giusto schema. Non sarà una questione di numeri, ma quando in mezzo al campo si soffre qualcosa va fatto. Intanto il desiderio di Ibrahimovic di tornare in Italia per giocare nel Napoli è stato oggetto di dibattito da parte di Ancelotti. Lo riabbraccerebbe volentieri perché a 38 anni Zlatan potrebbe dare ancora tanto. Difficile che De Laurentiis lo prenda ma dovesse scegliere diversamente porterebbe in azzurro un signor campione.

Fonte: Salvatore Caiazza per il Roma