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LLORENTE - Napoli, Ancelotti ha spinto per il suo arrivo e presto tornerà a concedergli una nuova occasione dal primo minuto
13.11.2019 10:47 di Redazione Fonte: Fabio Tarantino per il Roma

NAPOLI. Non era arrivato per giocare solo l'ultima mezz'ora, parola di Carlo Ancelotti, ma Fernando Llorente il campo dal primo minuto l'ha visto appena due volte e l'ultima risale al 29 settembre, due a uno al Brescia, gara sofferta e vinta senza convincere troppo. Nelle ultime nove, lo spagnolo è sempre subentrato senza mai riuscire a lasciare il segno. Tre gol il suo bottino, due al Lecce dopo quello al Liverpool. Rendimento in linea con le sue ultime stagioni con l'attenuante di difficoltà collettive che hanno invaso la squadra. Llorente, l'ariete d'esperienza, bomber elegante che sa fare anche il rifinitore, non è ancora riuscito a imporsi. Inizio sprint, poi un calo. In attesa di una nuova opportunità da titolare.

 

NUMERI. Llorente le ha giocate tutte, non ha saltato neppure una partita, eccezion fatta per le prime due - Fiorentina e Juventus - quando non era ancora ufficialmente un nuovo giocatore del Napoli. Da quand'è arrivato: quattro gare di Champions e dieci di campionato, per un totale di quattordici, ma solo due da titolare. Il 22 settembre 87' in campo col Lecce e una settimana dopo 73' col Brescia. Per il resto, tanti spezzoni di gara. Mezz'ora ma anche meno. Spesso anche dieci minuti. Difficile lasciare il segno nel finale. Le reti sono tre (con un assist per Mertens con la Samp), non poche per un bomber di scorta, ma i tifosi si aspettano una svolta, sperano di poter aggrapparsi anche allo spagnolo dagli occhi di ghiaccio per evadere da un momento negativo che dura ormai da troppo tempo.

 

AUTUNNO DA COMPRIMARIO. Dal Torino in poi, era il 6 ottobre, Llorente ha sempre cominciato dalla panchina. In sintesi: 23' coi granata, 9' col Verona, 18' con la Spal, 8' con l'Atalanta, 25' con la Roma e 30' col Genoa. Nel mezzo, 18' col Genk, 14' col Salisburgo in trasferta e 4' al San Paolo contro la squadra austriaca. In ogni spezzone di gara ha cercato di dare il suo contributo senza riuscirci. Ha sfiorato i gol, qualcuno l'ha sprecato, ha giocato di sponda, per i compagni, facendo valere i suoi centimetri - col Lecce ha anche conquistato un rigore - ma palesando limiti fisici che gli impediscono di essere utile in campo aperto o in velocità nei duelli individuali. Sono altre le caratteristiche di Llorente. Ancelotti ha spinto per il suo arrivo e presto tornerà a concedergli una nuova occasione dal primo minuto.

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LLORENTE - Napoli, Ancelotti ha spinto per il suo arrivo e presto tornerà a concedergli una nuova occasione dal primo minuto

di Napoli Magazine

13/11/2024 - 10:47

NAPOLI. Non era arrivato per giocare solo l'ultima mezz'ora, parola di Carlo Ancelotti, ma Fernando Llorente il campo dal primo minuto l'ha visto appena due volte e l'ultima risale al 29 settembre, due a uno al Brescia, gara sofferta e vinta senza convincere troppo. Nelle ultime nove, lo spagnolo è sempre subentrato senza mai riuscire a lasciare il segno. Tre gol il suo bottino, due al Lecce dopo quello al Liverpool. Rendimento in linea con le sue ultime stagioni con l'attenuante di difficoltà collettive che hanno invaso la squadra. Llorente, l'ariete d'esperienza, bomber elegante che sa fare anche il rifinitore, non è ancora riuscito a imporsi. Inizio sprint, poi un calo. In attesa di una nuova opportunità da titolare.

 

NUMERI. Llorente le ha giocate tutte, non ha saltato neppure una partita, eccezion fatta per le prime due - Fiorentina e Juventus - quando non era ancora ufficialmente un nuovo giocatore del Napoli. Da quand'è arrivato: quattro gare di Champions e dieci di campionato, per un totale di quattordici, ma solo due da titolare. Il 22 settembre 87' in campo col Lecce e una settimana dopo 73' col Brescia. Per il resto, tanti spezzoni di gara. Mezz'ora ma anche meno. Spesso anche dieci minuti. Difficile lasciare il segno nel finale. Le reti sono tre (con un assist per Mertens con la Samp), non poche per un bomber di scorta, ma i tifosi si aspettano una svolta, sperano di poter aggrapparsi anche allo spagnolo dagli occhi di ghiaccio per evadere da un momento negativo che dura ormai da troppo tempo.

 

AUTUNNO DA COMPRIMARIO. Dal Torino in poi, era il 6 ottobre, Llorente ha sempre cominciato dalla panchina. In sintesi: 23' coi granata, 9' col Verona, 18' con la Spal, 8' con l'Atalanta, 25' con la Roma e 30' col Genoa. Nel mezzo, 18' col Genk, 14' col Salisburgo in trasferta e 4' al San Paolo contro la squadra austriaca. In ogni spezzone di gara ha cercato di dare il suo contributo senza riuscirci. Ha sfiorato i gol, qualcuno l'ha sprecato, ha giocato di sponda, per i compagni, facendo valere i suoi centimetri - col Lecce ha anche conquistato un rigore - ma palesando limiti fisici che gli impediscono di essere utile in campo aperto o in velocità nei duelli individuali. Sono altre le caratteristiche di Llorente. Ancelotti ha spinto per il suo arrivo e presto tornerà a concedergli una nuova occasione dal primo minuto.

Fonte: Fabio Tarantino per il Roma