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SHOW TIME - Gino Rivieccio su "NM": "Napoli, io me sento coccosa..."
23.02.2020 23:20 di Redazione

NAPOLI - Le notizie del contagio da coronavirus arrivato anche in Italia, continuano a destare un alto stato di preoccupazione. Solo a Napoli in queste ore quando qualcuno dice: “Io me sento coccosa…” non si riferisce al virus killer ma alla partita di martedì contro il Barca. Intanto l’altra sera a Brescia è andata in onda l’ennesima vergogna arbitrale, allorquando di fronte ai soliti cori contro Napoli, l’arbitro come di consuetudine non si è degnato di interrompere la partita. Addirittura appena ho visto che di fronte all’evidente fallo di mano in area di rigore indicava la coscia, ho pensato: vuoi vedere che sta arbitrando Vittorio Feltri? E invece era il solito Orsato di Schio, che nonostante sia considerato il migliore arbitro italiano, quando arbitra il Napoli fa di tutto per farsi prenotare oltre a una visita audiometrica anche quella oculistica al Monaldi con il prof Otello Gallo. Cataratte avanzate? Miopia accentuata quando vede le maglie azzurre? O daltonismo bianconero? Sta di fatto che se non ci fossero state le vibrate proteste dei nostri e le reiterare chiamate all’auricolare, Orsato non avrebbe dato il sacrosanto rigore che ha aperto la strada al Napoli. In uno stadio dove l’imbecillità dei tifosi bresciani prevaleva attraverso i cori inneggianti al coronavirus per i napoletani, la partita è scivolata senza troppi sussulti verso il capolavoro di Fabian che con un gol simile a quello della settimana precedente a Cagliari, faceva arrossire tutti i leoni da tastiera che sui social da mesi ne chiedono la cessione perché considerato un bidone patentato. A parte che mi sono segnato i nomi dei suddetti “esperti”, sottolineo ancora una volta che nelle ultime due partite lo spagnolo ha regalato 6 punti al Napoli. 6 punti che potranno essere decisivi per il campionato che oramai ci vede sempre più proiettati verso l’Europa.  Intanto come scritto all’inizio, da ieri pomeriggio le antenne dell’attenzione e la parabola dell’adrenalina si sono orientate verso il Barca in arrivo domani a Palazzo Caracciolo. Messi e Griezmann da qualche giorno non sono visti più con gli occhi del terrore, ma complice un vento che sembra sia girato e una condizione psicofisica dei catalani lontana dai tempi di Guardiola, comincia a serpeggiare una fiducia sia pure moderata tra i vicoli della città, ma anche nei taxi e nei bar. La parola d’ordine un mese fa era: “Addò jamme contro a chilli là…”. Oggi lo slogan è: “Io me sento coccosa…”. Sicuramente se gli azzurri giocheranno con lo stesso piglio fisico e tattico con cui hanno affrontato Juve e Inter, ebbene tutto può succedere, anche un mezzo miracolo. Una cosa è certa: il Barcellona non è quello di due anni fa e noi non siamo quelli di due mesi fa. L’unica epidemia che è arrivata finora qui è l’entusiasmo e un ottimismo ritrovati. A prescindere da come finirà martedì. Ma pure io me sento coccosa. E il coronavirus non c’entra…

 

 

Gino Rivieccio

 

Napoli Magazine
 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

23/02/2024 - 23:20

NAPOLI - Le notizie del contagio da coronavirus arrivato anche in Italia, continuano a destare un alto stato di preoccupazione. Solo a Napoli in queste ore quando qualcuno dice: “Io me sento coccosa…” non si riferisce al virus killer ma alla partita di martedì contro il Barca. Intanto l’altra sera a Brescia è andata in onda l’ennesima vergogna arbitrale, allorquando di fronte ai soliti cori contro Napoli, l’arbitro come di consuetudine non si è degnato di interrompere la partita. Addirittura appena ho visto che di fronte all’evidente fallo di mano in area di rigore indicava la coscia, ho pensato: vuoi vedere che sta arbitrando Vittorio Feltri? E invece era il solito Orsato di Schio, che nonostante sia considerato il migliore arbitro italiano, quando arbitra il Napoli fa di tutto per farsi prenotare oltre a una visita audiometrica anche quella oculistica al Monaldi con il prof Otello Gallo. Cataratte avanzate? Miopia accentuata quando vede le maglie azzurre? O daltonismo bianconero? Sta di fatto che se non ci fossero state le vibrate proteste dei nostri e le reiterare chiamate all’auricolare, Orsato non avrebbe dato il sacrosanto rigore che ha aperto la strada al Napoli. In uno stadio dove l’imbecillità dei tifosi bresciani prevaleva attraverso i cori inneggianti al coronavirus per i napoletani, la partita è scivolata senza troppi sussulti verso il capolavoro di Fabian che con un gol simile a quello della settimana precedente a Cagliari, faceva arrossire tutti i leoni da tastiera che sui social da mesi ne chiedono la cessione perché considerato un bidone patentato. A parte che mi sono segnato i nomi dei suddetti “esperti”, sottolineo ancora una volta che nelle ultime due partite lo spagnolo ha regalato 6 punti al Napoli. 6 punti che potranno essere decisivi per il campionato che oramai ci vede sempre più proiettati verso l’Europa.  Intanto come scritto all’inizio, da ieri pomeriggio le antenne dell’attenzione e la parabola dell’adrenalina si sono orientate verso il Barca in arrivo domani a Palazzo Caracciolo. Messi e Griezmann da qualche giorno non sono visti più con gli occhi del terrore, ma complice un vento che sembra sia girato e una condizione psicofisica dei catalani lontana dai tempi di Guardiola, comincia a serpeggiare una fiducia sia pure moderata tra i vicoli della città, ma anche nei taxi e nei bar. La parola d’ordine un mese fa era: “Addò jamme contro a chilli là…”. Oggi lo slogan è: “Io me sento coccosa…”. Sicuramente se gli azzurri giocheranno con lo stesso piglio fisico e tattico con cui hanno affrontato Juve e Inter, ebbene tutto può succedere, anche un mezzo miracolo. Una cosa è certa: il Barcellona non è quello di due anni fa e noi non siamo quelli di due mesi fa. L’unica epidemia che è arrivata finora qui è l’entusiasmo e un ottimismo ritrovati. A prescindere da come finirà martedì. Ma pure io me sento coccosa. E il coronavirus non c’entra…

 

 

Gino Rivieccio

 

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