TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Non è più la fabbrica dei quasi gol"
20.05.2019 11:00 di Redazione

NAPOLI - Una matrioska calcistica questa sfida Napoli-Inter, una partita nella partita sono andate in scena in un San Paolo ancora in sala trucco (restyling, Universiadi etc.). Il primo match è strettamente calcistico e racconta il saluto del Napoli al pubblico, caloroso nella passione, ma tiepido nelle presenze, coi suoi venticinquemila e qualcosina spettatori. Con Mertens & Co. seduti sul corpaccione molle di un’Inter trattata a mo’ di scalpo da esibire. Risultato 4-1, che, però, ha basi pure dal centrocampo in giù. Molto bravi in fase difensiva. Su tutti Koulibaly, imperioso come sempre, Malcuit attento e preciso, Allan tanto pressing e tante palle recuperate. Dopo la partita giocata sul campo ce n’è un’altra tutta da capire. Riguarda lo scenario prossimo futuro. Non si può chiedere a un giornalista di essere profeta. Ma che cosa s’intravede oltre il 26 maggio, e come sarà il Napoli a breve o medio termine, questo sì. Sebbene possa sembrare di sfuggire alla domanda, si potrebbe già rispondere così: il Napoli è un prodotto umano e come tale il suo domani non è predeterminato, né le sue conquiste irreversibili. Con ciò, vale la pena discutere sul modo in cui si è intesa questa stagione napoletana ormai alle scene finali: come un processo meccanico, inevitabile, senza possibilità di una regressione rispetto a un anno fa, senza margine di una pur evidente  marcia indietro, per gioco e per ambizioni. Da qui l’idea di irreversibilità o l’assenza di una qualsiasi riflessione su un possibile calo dovuto a una serie complessa di fattori. Non ultimo l’arrivo di Ancelotti che, a torto o a ragione, ha voluto rivoltare il Napoli per cercare di dargli un destino proprio. A proposito, spostiamoci nell’angolo della sorte e del futuro. Nella notte di un Napoli ritornato brioso e pure sul filo del buon ritmo, esce, momentaneamente, dal set Arkadius Milik, il quale ormai ha le pile scariche e si vede. A volte corre a vuoto e non riesce a gestire la sua esuberanza atletica. Si nega, da solo la gioia del gol: quasi fosse ai titoli di coda. Del resto, Ancelotti - che il 30 maggio vedrà scattare il rinnovo per un altro anno col club - non solo l’ha fatto intendere, ma l’ha pure detto e con lui De Laurentiis: si cambia. Ecco perché in attacco ci sarà aria di novità. Ora bisogna sperare che il Napoli si sia mosso in anticipo su tutta la concorrenza per portare a casa una punta energica di cui il fronte d’attacco e d’avventura ha davvero un gran bisogno.

 

 
 
Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Non è più la fabbrica dei quasi gol"

di Napoli Magazine

20/05/2024 - 11:00

NAPOLI - Una matrioska calcistica questa sfida Napoli-Inter, una partita nella partita sono andate in scena in un San Paolo ancora in sala trucco (restyling, Universiadi etc.). Il primo match è strettamente calcistico e racconta il saluto del Napoli al pubblico, caloroso nella passione, ma tiepido nelle presenze, coi suoi venticinquemila e qualcosina spettatori. Con Mertens & Co. seduti sul corpaccione molle di un’Inter trattata a mo’ di scalpo da esibire. Risultato 4-1, che, però, ha basi pure dal centrocampo in giù. Molto bravi in fase difensiva. Su tutti Koulibaly, imperioso come sempre, Malcuit attento e preciso, Allan tanto pressing e tante palle recuperate. Dopo la partita giocata sul campo ce n’è un’altra tutta da capire. Riguarda lo scenario prossimo futuro. Non si può chiedere a un giornalista di essere profeta. Ma che cosa s’intravede oltre il 26 maggio, e come sarà il Napoli a breve o medio termine, questo sì. Sebbene possa sembrare di sfuggire alla domanda, si potrebbe già rispondere così: il Napoli è un prodotto umano e come tale il suo domani non è predeterminato, né le sue conquiste irreversibili. Con ciò, vale la pena discutere sul modo in cui si è intesa questa stagione napoletana ormai alle scene finali: come un processo meccanico, inevitabile, senza possibilità di una regressione rispetto a un anno fa, senza margine di una pur evidente  marcia indietro, per gioco e per ambizioni. Da qui l’idea di irreversibilità o l’assenza di una qualsiasi riflessione su un possibile calo dovuto a una serie complessa di fattori. Non ultimo l’arrivo di Ancelotti che, a torto o a ragione, ha voluto rivoltare il Napoli per cercare di dargli un destino proprio. A proposito, spostiamoci nell’angolo della sorte e del futuro. Nella notte di un Napoli ritornato brioso e pure sul filo del buon ritmo, esce, momentaneamente, dal set Arkadius Milik, il quale ormai ha le pile scariche e si vede. A volte corre a vuoto e non riesce a gestire la sua esuberanza atletica. Si nega, da solo la gioia del gol: quasi fosse ai titoli di coda. Del resto, Ancelotti - che il 30 maggio vedrà scattare il rinnovo per un altro anno col club - non solo l’ha fatto intendere, ma l’ha pure detto e con lui De Laurentiis: si cambia. Ecco perché in attacco ci sarà aria di novità. Ora bisogna sperare che il Napoli si sia mosso in anticipo su tutta la concorrenza per portare a casa una punta energica di cui il fronte d’attacco e d’avventura ha davvero un gran bisogno.

 

 
 
Toni Iavarone
 
 
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