TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Un passettino alla volta"
17.02.2020 16:44 di Redazione

NAPOLI - Gli esami finiscono sempre. Purtroppo, quelli del Napoli sono ancora in corso. Certo, la vittoria di Cagliari è importante. Per certi versi può considerarsi un altro passo verso l’uscita dal tunnel. La fine di un periodaccio, di un ambiente con troppe intemperie e con qualche fallimento calcistico di troppo. Ora, però, qualcosa si intravede, perché un po’ si smuove il Napoli e un po’ di cose stanno accadendo. Come i momenti - venuti fuori pure a Cagliari - nei quali il Napoli é tornato a fare il Napoli. In Sardegna la partita l’hanno fatta Mertens (autore del bellissimo 1-0 e motore della squadra) e i suoi compagni di campo. Lo dice il possesso di palla e spiega quanto il Napoli abbia fatto di diverso contro l’Inter, quando non doveva dettare la legge del più forte, ma subirla per poi reagire e vincere. Match - quello di Cagliari - simile, invece, per impostazione alla infausta gara col Lecce. Già, proprio così. Allora, però, furono gli errori e le disattenzioni dei singoli - tronfi e didascalici - a complicare le cose. Sì, perché nella sciagurata partita del San Paolo, le scelte di Gattuso sono state le stesse dì Cagliari. Sopratutto quel cambio Mertens per Lobotka. Simile a questo di ieri: Insigne per Demme, ovvero un attaccante per un centrocampista. Sostituzione, che sette giorni fa, fece gridare alla luna i teorici del tatticismo o del “playstationismo” (infatti, questa congrega confonde uomini e campo con una consolle e un algoritmo). Ma il calcio é ben altro. La verità è che parte della scuola italica del tatticismo assoluto ancora resiste alle valutazioni dei comportamenti dei singoli: tant’è che presto sostituirà i gol con le faccine e le partite con dei software. E per una certa retorica giornalistica e tecnica, la colpa è sempre del sistema di gioco (i vari “numeretti” 4-4-2, 4-3-3, 4-2-4 etc.) mai personale e/o di completezza e competitività dell’organico. Basta dare un’occhiata all’attacco che non funziona e a chi per mestiere dovrebbe fare più gol e invece ne fa pochi. Il Napoli è la seconda squadra per conclusione a rete, mentre é la quindicesima per tiri nello specchio ed é la quattordicesima per percentuale realizzativa. Per dirla meglio: sono questi i “numeretti” che contano. Non gli altri.

 

 

Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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TONI AZZURRI - Iavarone su "NM": "Un passettino alla volta"

di Napoli Magazine

17/02/2024 - 16:44

NAPOLI - Gli esami finiscono sempre. Purtroppo, quelli del Napoli sono ancora in corso. Certo, la vittoria di Cagliari è importante. Per certi versi può considerarsi un altro passo verso l’uscita dal tunnel. La fine di un periodaccio, di un ambiente con troppe intemperie e con qualche fallimento calcistico di troppo. Ora, però, qualcosa si intravede, perché un po’ si smuove il Napoli e un po’ di cose stanno accadendo. Come i momenti - venuti fuori pure a Cagliari - nei quali il Napoli é tornato a fare il Napoli. In Sardegna la partita l’hanno fatta Mertens (autore del bellissimo 1-0 e motore della squadra) e i suoi compagni di campo. Lo dice il possesso di palla e spiega quanto il Napoli abbia fatto di diverso contro l’Inter, quando non doveva dettare la legge del più forte, ma subirla per poi reagire e vincere. Match - quello di Cagliari - simile, invece, per impostazione alla infausta gara col Lecce. Già, proprio così. Allora, però, furono gli errori e le disattenzioni dei singoli - tronfi e didascalici - a complicare le cose. Sì, perché nella sciagurata partita del San Paolo, le scelte di Gattuso sono state le stesse dì Cagliari. Sopratutto quel cambio Mertens per Lobotka. Simile a questo di ieri: Insigne per Demme, ovvero un attaccante per un centrocampista. Sostituzione, che sette giorni fa, fece gridare alla luna i teorici del tatticismo o del “playstationismo” (infatti, questa congrega confonde uomini e campo con una consolle e un algoritmo). Ma il calcio é ben altro. La verità è che parte della scuola italica del tatticismo assoluto ancora resiste alle valutazioni dei comportamenti dei singoli: tant’è che presto sostituirà i gol con le faccine e le partite con dei software. E per una certa retorica giornalistica e tecnica, la colpa è sempre del sistema di gioco (i vari “numeretti” 4-4-2, 4-3-3, 4-2-4 etc.) mai personale e/o di completezza e competitività dell’organico. Basta dare un’occhiata all’attacco che non funziona e a chi per mestiere dovrebbe fare più gol e invece ne fa pochi. Il Napoli è la seconda squadra per conclusione a rete, mentre é la quindicesima per tiri nello specchio ed é la quattordicesima per percentuale realizzativa. Per dirla meglio: sono questi i “numeretti” che contano. Non gli altri.

 

 

Toni Iavarone
 
 
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