TONI AZZURRI
TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "Napoli, la grande notte delle anime reprobe"
24.10.2019 10:00 di Redazione

NAPOLI - Chi porta per mano il Napoli in Europa? Le anime reprobe, almeno a sentire De Laurentiis. Ancora loro. Come contro il Liverpool. Gli indesiderati, quelli che magari se vanno via non amano il Napoli, o servirebbero per far quadrare i conti, quelli che dopo anni di investimenti sul futuro sono diventati l’oggi del Napoli e poi improvvisamente il passato, oscurati da Lozano, l’intristito e altri neo acquisti così facili da annunciare e così difficili da accettare. Quelli che, però, hanno puntato i piedi per restare. Eccoli Mertens e Insigne sotto braccio pronti a risolvere una situazione che si stava facendo complicata in quel di Salisburgo. Contro avversari di buona gamba, finanche simpatici, che, però, non creano soluzioni di gioco, ma soltanto equivoci. Dopo quasi ottanta minuti, col Salisburgo, si prospettava uno scenario inimmaginabile: il pareggio nella partita decisiva del gruppo, quasi un dentro o fuori. E il Napoli non veniva a capo dell’irriducibile squadra austroungarica. E invece il “reprobo duo” ha ribaltato, a modo proprio, partita, classifica e, chissà, gerarchie azzurre: una botta da fuori imparabile, un sinistro in scivolata, e poi una sciabolata, quasi più bella dei primi gol per coordinazione e precisione. Bum-bum-bum. Liverpool e Napoli a 7 punti, come da copione. Come da reprobi. E uno di questi (Mertens) ha pure segnato piú di Maradona. E da domani molti ripeteranno che Diego e quel Napoli rappresentano un’altra storia e tutte cose così. Ci mancherebbe altro, quelli sono dei. Ma a noi sembra che i reprobi, e oggi di semidei in giro ce ne siano pochi, sono patrimonio da proteggere e non da mettere alla berlina. E che anzi accettare il turnover continuo, per gente come loro che giocherebbe ovunque, sia un segno di maturità non comune. Diciamo la verità: senza quei tre colpi individuali a Salisburgo sarebbe finita male. Già, perché dopo i fuochi d’artificio, non resta che un passo indietro nella manovra dal centrocampo in giù, ma non nella mentalità, quella sì sempre offensiva. Finalino su Meret: strepitoso e, per ora, unico e irripetibile tra i pali del Napoli e non solo.

 

 

Toni Iavarone
 
 
Napoli Magazine
 
 
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
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TONI AZZURRI - Toni Iavarone su "NM": "Napoli, la grande notte delle anime reprobe"

di Napoli Magazine

24/10/2024 - 10:00

NAPOLI - Chi porta per mano il Napoli in Europa? Le anime reprobe, almeno a sentire De Laurentiis. Ancora loro. Come contro il Liverpool. Gli indesiderati, quelli che magari se vanno via non amano il Napoli, o servirebbero per far quadrare i conti, quelli che dopo anni di investimenti sul futuro sono diventati l’oggi del Napoli e poi improvvisamente il passato, oscurati da Lozano, l’intristito e altri neo acquisti così facili da annunciare e così difficili da accettare. Quelli che, però, hanno puntato i piedi per restare. Eccoli Mertens e Insigne sotto braccio pronti a risolvere una situazione che si stava facendo complicata in quel di Salisburgo. Contro avversari di buona gamba, finanche simpatici, che, però, non creano soluzioni di gioco, ma soltanto equivoci. Dopo quasi ottanta minuti, col Salisburgo, si prospettava uno scenario inimmaginabile: il pareggio nella partita decisiva del gruppo, quasi un dentro o fuori. E il Napoli non veniva a capo dell’irriducibile squadra austroungarica. E invece il “reprobo duo” ha ribaltato, a modo proprio, partita, classifica e, chissà, gerarchie azzurre: una botta da fuori imparabile, un sinistro in scivolata, e poi una sciabolata, quasi più bella dei primi gol per coordinazione e precisione. Bum-bum-bum. Liverpool e Napoli a 7 punti, come da copione. Come da reprobi. E uno di questi (Mertens) ha pure segnato piú di Maradona. E da domani molti ripeteranno che Diego e quel Napoli rappresentano un’altra storia e tutte cose così. Ci mancherebbe altro, quelli sono dei. Ma a noi sembra che i reprobi, e oggi di semidei in giro ce ne siano pochi, sono patrimonio da proteggere e non da mettere alla berlina. E che anzi accettare il turnover continuo, per gente come loro che giocherebbe ovunque, sia un segno di maturità non comune. Diciamo la verità: senza quei tre colpi individuali a Salisburgo sarebbe finita male. Già, perché dopo i fuochi d’artificio, non resta che un passo indietro nella manovra dal centrocampo in giù, ma non nella mentalità, quella sì sempre offensiva. Finalino su Meret: strepitoso e, per ora, unico e irripetibile tra i pali del Napoli e non solo.

 

 

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