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NM LIVE - Antonio Corbo: “C’è grande voglia di tornare alla normalità, il calcio deve comportarsi da terza industria del Paese, Mertens? Vi dico la mia”
07.05.2020 18:06 di Redazione

NAPOLI - ANTONIO CORBO, editorialista di Repubblica, è intervenuto a “NAPOLI MAGAZINE LIVE”, trasmissione che approfondisce i temi d’attualità legati al Calcio Napoli, condotta da Antonio Petrazzuolo, in onda il giovedì dalle 21 alle 22 su Napolimagazine.com e su tutti i canali social di “Napoli Magazine” (Facebook, Twitter, Instagram e Youtube). Ecco quanto dichiarato: “C’è grande voglia di tornare alla normalità, ma ogni giorno che passa si coglie un dubbio, che sia difficile tornare in tempi brevi o medio brevi alla normalità, che invece temo, raggiungeremo in tempi lunghi e con grandi sacrifici. Siamo passati dall’emergenza sanitaria a quella economica e credo che questo sia un governo un po’ stanco per rispondere alle esigenze del nostro Paese. Che Spadafora stia prendendo tempo è una certezza, ma questa è la tecnica dei politici degli ultimi tempi, io ho definito il ministro per lo Sport, in maniera molto rispettosa, ‘il semaforo incantato sul giallo’, perché non ti fa mai vedere il verde né tantomeno il rosso, rinviando continuamente la speranza di giorno in giorno. La verità è che Spadafora da solo, non può decidere ma c’è anche l’imbarazzo di tutto il governo che non essendo molto coeso al suo interno, non riesce a prendere tempestivamente nemmeno il provvedimento più semplice e banale, perché c’è sempre bisogno di lunghe e tormentate trattative. Prendiamo ad esempio la regolarizzazione degli immigrati che lavorano nell’agricoltura, dovrebbe essere un gesto di civiltà nei confronti di povere persone, vittime del caporalato, sfruttate nei nostri campi ed invece è l’ennesima occasione di scontro. Dire “chiudete tutto e chiudetevi in casa” è stata una decisione drastica ma anche facile, e oggi vediamo dei risultati eccellenti, ora però, bisogna andare un po’ avanti perché c’è tanto disagio in giro. Nel mio blog ho attaccato il Governatore De Luca, che in questo periodo si è comportato anche molto bene, perché ha tenuto ferma tutta una filiera, quella della ristorazione, inutilmente, perché vorrei sapere che differenza c’è tra la consegna a domicilio della spesa di un supermercato e quella di una polpetta o di una cotoletta, per non parlare delle pizzerie, credo circa 15.000 in Campania, che sono soltanto l’estremità di un’intera filiera che va dal commercio di pomodori a quello delle farine e tanto altro. In questo momento bisogna essere onesti, c’è un calo di interesse intorno al calcio e lo noto anche nei commenti al mio blog, però il calcio deve ascoltare se stesso e deve avvertire quello spirito di sopravvivenza, per andare oltre la crisi. Il calcio ha tutto l’interesse a riprendere il campionato perché senza i soldi di Sky non può andare avanti, punto. I giocatori? Devono andare in campo anche a porte chiuse perché, altrimenti, le società non pagano gli stipendi, bloccando di fatto tutto il circuito economico. Ma scaricare tutte le responsabilità sul governo non serve a nulla, mentre ci si dovrebbe comportare con una logica aziendale, da terza industria del paese e, così come le industrie del nord hanno forzato la mano, riuscendo a riaprire, il calcio dovrebbe fare altrettanto, assumendosi delle responsabilità. Non ci si può fermare davanti alla frase ‘la salute prima di tutto’ perché poi finisce che non si sopravvive alla fame, quindi, bisogna creare un punto di equilibrio, in una logica aziendale, tra la salute ed il lavoro, tra l’economia e la sicurezza, tra il rischio e il profitto, preparandoti, attrezzandoti bene, per evitare il contagio. La prima cosa che si dovrebbe fare, anzi, non fare, è giocare al nord, nonostante 14 squadre su 20 siano settentrionali, perché il rischio di contagio sarebbe molto più alto, quindi si dovrebbe creare un circuito in quelle regioni dove il contagio è basso, portare queste squadre in alberghi e strutture sportive super blindati e controllati, a massimo due ore dagli stadi scelti, con tutti gli strumenti disponibili per la prevenzione e lo screening del contagio e in 40 giorni si riuscirebbe a completare la stagione, senza pregiudicare la tenuta futura di tutto il movimento. Il rinnovo di Mertens deve essere attentamente valutato e se tornano i conti è giusto che il belga resti. Vi invito a fare una riflessione prendendo ad esempio Hamsik che è sempre stato un elemento importantissimo, di grande classe, perché è stato un semplificatore di gioco, ma è andato via, è stato uno strappo molto doloroso, sia dal punto di vista umano che tecnico, ma la squadra è riuscita a tenere duro, poi siccome di Maradona ce n’è uno solo, io dico che se Mertens ha voglia di rimanere, si possa trovare un buon accordo a cifre ragionevoli, che siano convenienti sia per il calciatore che per il club. Non dobbiamo dimenticare che si andrà incontro ad un periodo molto difficile e non sarà possibile, almeno nel breve periodo, spendere quanto si è speso negli ultimi anni, a volte, anche in maniera spropositata”.

 

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NM LIVE - Antonio Corbo: “C’è grande voglia di tornare alla normalità, il calcio deve comportarsi da terza industria del Paese, Mertens? Vi dico la mia”

di Napoli Magazine

07/05/2024 - 18:06

NAPOLI - ANTONIO CORBO, editorialista di Repubblica, è intervenuto a “NAPOLI MAGAZINE LIVE”, trasmissione che approfondisce i temi d’attualità legati al Calcio Napoli, condotta da Antonio Petrazzuolo, in onda il giovedì dalle 21 alle 22 su Napolimagazine.com e su tutti i canali social di “Napoli Magazine” (Facebook, Twitter, Instagram e Youtube). Ecco quanto dichiarato: “C’è grande voglia di tornare alla normalità, ma ogni giorno che passa si coglie un dubbio, che sia difficile tornare in tempi brevi o medio brevi alla normalità, che invece temo, raggiungeremo in tempi lunghi e con grandi sacrifici. Siamo passati dall’emergenza sanitaria a quella economica e credo che questo sia un governo un po’ stanco per rispondere alle esigenze del nostro Paese. Che Spadafora stia prendendo tempo è una certezza, ma questa è la tecnica dei politici degli ultimi tempi, io ho definito il ministro per lo Sport, in maniera molto rispettosa, ‘il semaforo incantato sul giallo’, perché non ti fa mai vedere il verde né tantomeno il rosso, rinviando continuamente la speranza di giorno in giorno. La verità è che Spadafora da solo, non può decidere ma c’è anche l’imbarazzo di tutto il governo che non essendo molto coeso al suo interno, non riesce a prendere tempestivamente nemmeno il provvedimento più semplice e banale, perché c’è sempre bisogno di lunghe e tormentate trattative. Prendiamo ad esempio la regolarizzazione degli immigrati che lavorano nell’agricoltura, dovrebbe essere un gesto di civiltà nei confronti di povere persone, vittime del caporalato, sfruttate nei nostri campi ed invece è l’ennesima occasione di scontro. Dire “chiudete tutto e chiudetevi in casa” è stata una decisione drastica ma anche facile, e oggi vediamo dei risultati eccellenti, ora però, bisogna andare un po’ avanti perché c’è tanto disagio in giro. Nel mio blog ho attaccato il Governatore De Luca, che in questo periodo si è comportato anche molto bene, perché ha tenuto ferma tutta una filiera, quella della ristorazione, inutilmente, perché vorrei sapere che differenza c’è tra la consegna a domicilio della spesa di un supermercato e quella di una polpetta o di una cotoletta, per non parlare delle pizzerie, credo circa 15.000 in Campania, che sono soltanto l’estremità di un’intera filiera che va dal commercio di pomodori a quello delle farine e tanto altro. In questo momento bisogna essere onesti, c’è un calo di interesse intorno al calcio e lo noto anche nei commenti al mio blog, però il calcio deve ascoltare se stesso e deve avvertire quello spirito di sopravvivenza, per andare oltre la crisi. Il calcio ha tutto l’interesse a riprendere il campionato perché senza i soldi di Sky non può andare avanti, punto. I giocatori? Devono andare in campo anche a porte chiuse perché, altrimenti, le società non pagano gli stipendi, bloccando di fatto tutto il circuito economico. Ma scaricare tutte le responsabilità sul governo non serve a nulla, mentre ci si dovrebbe comportare con una logica aziendale, da terza industria del paese e, così come le industrie del nord hanno forzato la mano, riuscendo a riaprire, il calcio dovrebbe fare altrettanto, assumendosi delle responsabilità. Non ci si può fermare davanti alla frase ‘la salute prima di tutto’ perché poi finisce che non si sopravvive alla fame, quindi, bisogna creare un punto di equilibrio, in una logica aziendale, tra la salute ed il lavoro, tra l’economia e la sicurezza, tra il rischio e il profitto, preparandoti, attrezzandoti bene, per evitare il contagio. La prima cosa che si dovrebbe fare, anzi, non fare, è giocare al nord, nonostante 14 squadre su 20 siano settentrionali, perché il rischio di contagio sarebbe molto più alto, quindi si dovrebbe creare un circuito in quelle regioni dove il contagio è basso, portare queste squadre in alberghi e strutture sportive super blindati e controllati, a massimo due ore dagli stadi scelti, con tutti gli strumenti disponibili per la prevenzione e lo screening del contagio e in 40 giorni si riuscirebbe a completare la stagione, senza pregiudicare la tenuta futura di tutto il movimento. Il rinnovo di Mertens deve essere attentamente valutato e se tornano i conti è giusto che il belga resti. Vi invito a fare una riflessione prendendo ad esempio Hamsik che è sempre stato un elemento importantissimo, di grande classe, perché è stato un semplificatore di gioco, ma è andato via, è stato uno strappo molto doloroso, sia dal punto di vista umano che tecnico, ma la squadra è riuscita a tenere duro, poi siccome di Maradona ce n’è uno solo, io dico che se Mertens ha voglia di rimanere, si possa trovare un buon accordo a cifre ragionevoli, che siano convenienti sia per il calciatore che per il club. Non dobbiamo dimenticare che si andrà incontro ad un periodo molto difficile e non sarà possibile, almeno nel breve periodo, spendere quanto si è speso negli ultimi anni, a volte, anche in maniera spropositata”.