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Scherma, Isola: "Il talento va allenato nello sport e nella vita"
19.10.2021 15:49 di Redazione

Nell'eterna diatriba tra chi sostiene che il talento sia innato e chi è convinto che vada coltivato, la storia di Federica Isola conferma la seconda teoria. L'atleta 22enne, tornata da Tokyo con la medaglia di bronzo a squadre nella spada, ha raccontato i suoi inizi a Giulia Zonca e Massimo Caputi in Area X, spazio innovativo dedicato alla diffusione della cultura della protezione nel centro di Torino. "I primi anni volevo smettere - ha detto - Se mio padre non mi avesse costretta ad andare avanti avrei senz'altro lasciato la scherma". La passione scatta più avanti, con le prime gare. "Sono molto competitiva e nell'under 17 ho iniziato a capire che potevo ottenere risultati. Ma non sono mai stata la più forte tra tutti i miei compagni". Quello che ha fatto la differenza, secondo l'atleta, è la costanza e la determinazione. "Posso sopportare allenamenti anche molto lunghi, questo è il mio talento. Ma non c'è solo un tipo di talento, ce ne sono tanti. Il talento va allenato, ma a volte non si manifesta così chiaramente". Una lezione per i giovani che si scoraggiano in fretta. "A volte mi stupisco per i miei compagni di università che si disperano per un esame fallito. Se c'è una cosa che lo sport insegna, è a rialzarsi, perché c'è sempre un'altra possibilità".

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Scherma, Isola: "Il talento va allenato nello sport e nella vita"

di Napoli Magazine

19/10/2024 - 15:49

Nell'eterna diatriba tra chi sostiene che il talento sia innato e chi è convinto che vada coltivato, la storia di Federica Isola conferma la seconda teoria. L'atleta 22enne, tornata da Tokyo con la medaglia di bronzo a squadre nella spada, ha raccontato i suoi inizi a Giulia Zonca e Massimo Caputi in Area X, spazio innovativo dedicato alla diffusione della cultura della protezione nel centro di Torino. "I primi anni volevo smettere - ha detto - Se mio padre non mi avesse costretta ad andare avanti avrei senz'altro lasciato la scherma". La passione scatta più avanti, con le prime gare. "Sono molto competitiva e nell'under 17 ho iniziato a capire che potevo ottenere risultati. Ma non sono mai stata la più forte tra tutti i miei compagni". Quello che ha fatto la differenza, secondo l'atleta, è la costanza e la determinazione. "Posso sopportare allenamenti anche molto lunghi, questo è il mio talento. Ma non c'è solo un tipo di talento, ce ne sono tanti. Il talento va allenato, ma a volte non si manifesta così chiaramente". Una lezione per i giovani che si scoraggiano in fretta. "A volte mi stupisco per i miei compagni di università che si disperano per un esame fallito. Se c'è una cosa che lo sport insegna, è a rialzarsi, perché c'è sempre un'altra possibilità".