Il Punto
PRESS CONFERENCE - Napoli, Luciano Spalletti: "La storia parla per Dries Mertens, il club sa come la penso"
22.05.2022 15:31 di Redazione

LA SPEZIA - Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference dopo la vittoria contro lo Spezia.

 

- Un suo punto di vista di quanto accaduto sugli spalti?

"Darei più forza al dopo, senza mettere in risalto la prima parte. Poi c'è stato il tifo in maniera corretta, che è quello da risaltare. L'episodio iniziale non deve avvenire e mette malinconia a chi ama questo sport. Vanno valutate le persone che frequentano lo stadio, famiglie e bambini, a cui non si può far vedere una cosa così. Ci spacca il cuore, andiamo a fare appelli non in modo giusto e lo stadio è una cosa che serve a tutti per divertirsi e far passare un bel pomeriggio e fare il tifo, come è successo da tante parti. Quest'anno è aumentata la partecipazione da tutte le parti, a Bergamo sono usciti dall'Europa ed erano al fianco della squadra, il Genoa ha dimostrato che si può dare il sostegno anche in un momento difficile".

 

- Koulibaly poteva essere all'ultima partita, è un segnale?

"Il club sa come la penso, ci sono calciatori che hanno cose differenti, soprattutto per contesti in cui si sono inseriti nel tessuto, nella città, con qualità differenti. Sono tutte cose che ad inserire in altri calciatori ci vuole tempo. Koulibaly è diventato questo, ma all'inizio non era così. I buoni giocatori si comprano, i leader si creano negli anni".

 

- Vuole dire qualcosa su qualche giocatore particolare?

"Per quanto riguarda quanto successo, ripeto quanto detto. Sono momenti che spaccano in due il cuore a chi ama questo sport e questi episodi non devono succedere. Poi c'è da vedere il motivo scatenante, ma non devono succedere queste cose e sono da condannare. Per quanto riguarda chi era in campo, tutti sono da elogiare per professionalità e serietà, in blocco. Fare una vittoria del genere in un campo così difficile, se si sono allenati bene e hanno a cuore il risultato, se si è professionisti si prova a vincere ogni partita e si va sempre forte in allenamento. Altrimenti si è dilettanti, che è un'altra cosa. Noi siamo professionisti, di una città importante per passione. Arrivare qui e fare una partita così è perché si sono allenati bene nell'ultimo mese, e qualcuno non aveva mai giocato. Noi abbiamo ragazzi seri".

 

- Il Napoli riuscirà a mantenere qualità tecnica anche senza Insigne e forse Mertens?

"Il Napoli deve mantenere qualità tecnica, è da lì che si fa la differenza. Dalle giocate, dalla fase offensiva in cui si creano i presupposti per fare gol. Noi dobbiamo vincere le partite e chi ha il colpo dal nulla, l'invenzione, e quelli che sono i geni e illusionisti, sono sempre da preservare e ci vogliono in ogni squadra. Insigne parte di sicuro, l'altro che arriva è Kvaratskhelia, che è un calciatore con queste qualità qui. Poi va inserito in un campionato difficile come il nostro e in una squadra con qualità come la nostra. Mertens è uguale, la storia parla per lui. È quello che ha prodotto in carriera, è uno di quelli di cui il calcio ha bisogno. Quando io parlo di forza non parlo di tiro alla fune, la forza è anche avere una corsa imponente, una forza strutturale ma anche fisica di impatto, pur senza grande struttura".

 

- Che emozioni ha provato a tornare al Picco dopo 30 anni?

"È sempre particolare. Questo è un merito che ha questa città, questa squadra, oggi si è vista la passione per questo sport. Sono belle cose vedere uno stadio bianco così, tutti partecipi, e festeggiare i risultati positivi o negativi. Così deve essere il calcio, soprattutto quello inglese ci insegna questo. Per quanto mi riguarda, è un'emozione che rimane. Torno spesso, d'estate sono qua, ma spero di continuare a vivere queste situazioni e continuare a rincontrarci in questa categoria".

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PRESS CONFERENCE - Napoli, Luciano Spalletti: "La storia parla per Dries Mertens, il club sa come la penso"

di Napoli Magazine

22/05/2024 - 15:31

LA SPEZIA - Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference dopo la vittoria contro lo Spezia.

 

- Un suo punto di vista di quanto accaduto sugli spalti?

"Darei più forza al dopo, senza mettere in risalto la prima parte. Poi c'è stato il tifo in maniera corretta, che è quello da risaltare. L'episodio iniziale non deve avvenire e mette malinconia a chi ama questo sport. Vanno valutate le persone che frequentano lo stadio, famiglie e bambini, a cui non si può far vedere una cosa così. Ci spacca il cuore, andiamo a fare appelli non in modo giusto e lo stadio è una cosa che serve a tutti per divertirsi e far passare un bel pomeriggio e fare il tifo, come è successo da tante parti. Quest'anno è aumentata la partecipazione da tutte le parti, a Bergamo sono usciti dall'Europa ed erano al fianco della squadra, il Genoa ha dimostrato che si può dare il sostegno anche in un momento difficile".

 

- Koulibaly poteva essere all'ultima partita, è un segnale?

"Il club sa come la penso, ci sono calciatori che hanno cose differenti, soprattutto per contesti in cui si sono inseriti nel tessuto, nella città, con qualità differenti. Sono tutte cose che ad inserire in altri calciatori ci vuole tempo. Koulibaly è diventato questo, ma all'inizio non era così. I buoni giocatori si comprano, i leader si creano negli anni".

 

- Vuole dire qualcosa su qualche giocatore particolare?

"Per quanto riguarda quanto successo, ripeto quanto detto. Sono momenti che spaccano in due il cuore a chi ama questo sport e questi episodi non devono succedere. Poi c'è da vedere il motivo scatenante, ma non devono succedere queste cose e sono da condannare. Per quanto riguarda chi era in campo, tutti sono da elogiare per professionalità e serietà, in blocco. Fare una vittoria del genere in un campo così difficile, se si sono allenati bene e hanno a cuore il risultato, se si è professionisti si prova a vincere ogni partita e si va sempre forte in allenamento. Altrimenti si è dilettanti, che è un'altra cosa. Noi siamo professionisti, di una città importante per passione. Arrivare qui e fare una partita così è perché si sono allenati bene nell'ultimo mese, e qualcuno non aveva mai giocato. Noi abbiamo ragazzi seri".

 

- Il Napoli riuscirà a mantenere qualità tecnica anche senza Insigne e forse Mertens?

"Il Napoli deve mantenere qualità tecnica, è da lì che si fa la differenza. Dalle giocate, dalla fase offensiva in cui si creano i presupposti per fare gol. Noi dobbiamo vincere le partite e chi ha il colpo dal nulla, l'invenzione, e quelli che sono i geni e illusionisti, sono sempre da preservare e ci vogliono in ogni squadra. Insigne parte di sicuro, l'altro che arriva è Kvaratskhelia, che è un calciatore con queste qualità qui. Poi va inserito in un campionato difficile come il nostro e in una squadra con qualità come la nostra. Mertens è uguale, la storia parla per lui. È quello che ha prodotto in carriera, è uno di quelli di cui il calcio ha bisogno. Quando io parlo di forza non parlo di tiro alla fune, la forza è anche avere una corsa imponente, una forza strutturale ma anche fisica di impatto, pur senza grande struttura".

 

- Che emozioni ha provato a tornare al Picco dopo 30 anni?

"È sempre particolare. Questo è un merito che ha questa città, questa squadra, oggi si è vista la passione per questo sport. Sono belle cose vedere uno stadio bianco così, tutti partecipi, e festeggiare i risultati positivi o negativi. Così deve essere il calcio, soprattutto quello inglese ci insegna questo. Per quanto mi riguarda, è un'emozione che rimane. Torno spesso, d'estate sono qua, ma spero di continuare a vivere queste situazioni e continuare a rincontrarci in questa categoria".