L'Editoriale
L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli ama la propria squadra e non merita questi 'spettacoli'!"
25.04.2022 23:14 di Redazione

NAPOLI - Perdere ad Empoli è stata la ciliegina sulla torta di un periodo che diventa pian piano sempre più deludente. Le colpe vanno attribuite a Spalletti, per scelte che non hanno trovato riscontro nei risultati, ma soprattutto ai protagonisti del campo. Senza voler entrare troppo nei dettagli, basta soffermarsi su un aspetto: nelle ultime 3 partite (di cui 2 giocate in casa), il Napoli ha ottenuto 1 punto. E lo ha fatto contro formazioni che nell'ultimo turno sono state battute dalla Salernitana (2-1 contro i viola) e dall'Inter (3-1 in scioltezza contro i giallorossi dell'innamorato Mourinho). Una squadra che punta a vincere lo scudetto non puo' avere assolutamente un ruolino di marcia del genere. Il 26 febbraio scorso, in conferenza stampa a Castel Volturno, sollevai il tema con Spalletti, e la risposta fu la seguente: "Noi appagati per l'obiettivo Champions a portata di mano? Assolutamente no, appagamento non ci può essere perchè, tra l'altro, l'obiettivo non è ancora stato conquistato, di cosa stiamo parlando? E' una roba bruttissima quella a cui si sta alludendo, se De Laurentiis dovesse accorgersi di qualcosa del genere entrerebbe nello spogliatoio per ribaltare tutto. E noi abbiamo la stessa visione del nostro presidente. Tutti". Parole che, rilette oggi, subito dopo la scelta del club di mandare la squadra in ritiro permanente, con l'ok del tecnico, dopo 1 giorno di non meritato riposo, lasciano un po' perplessi. Se l'obiettivo principale era e resta quello di centrare la qualificazione in Champions, con 9 punti di vantaggio sul quinto posto, che bisogno c'è di intervenire così ad un passo dal matematico traguardo? Probabilmente la speranza è di evitare nuovi cali di tensione a 4 giornate dal termine del campionato, con il rischio però di generare nuovi malumori tra i calciatori, molti dei quali gia' protagonisti del celebre ammutinamento ancelottiano, allontanato a suon di urla da Gattuso. Inoltre, con elementi incerti del proprio futuro e magari incuriositi dalle sirene di mercato, dovrebbe far riflettere che a fare la differenza siano stati il miglior marcatore della storia del club, nonostante il contratto in scadenza, e il futuro attaccante del Toronto. Tutti gli altri, chi più e chi meno, non sono stati per nulla all'altezza della situazione. Altro appunto: perchè il tecnico, pur essendo sotto contratto, rinvia il discorso della propria conferma sulla prossima stagione? Così facendo qualche dubbio lo insinua, sia nel club che nei calciatori che, magari anche inconsciamente, possono avere dei cali di tensione, non essendo celebri per il loro cuor di leone. In tutta sincerità credo che sia diventato stancante dover analizzare percorsi del genere, con la gioia che puntualmente resta strozzata in gola nei momenti clou. Nessuno pretendeva lo scudetto, ma almeno di giocarsela colpo su colpo, considerando i copiosi passi falsi delle milanesi e la pausa juventina. E invece no. Addirittura, con 2 gol di vantaggio, orchestrati da Mertens (finalmente titolare) e Insigne, tocca assistere a delle papere clamorose, con 2 dei 3 gol toscani nati per regali gentilmente concessi da Meret e Malcuit. Spalletti si e' assunto le sue responsabilità, ma certi spettacoli - bisogna dirlo - non è possibile digerirli. Trincerarsi dietro la celebre frase "il calcio è fatto anche di questi momenti" ci può stare se però in precedenza non si è già perso in casa contro Fiorentina, Spezia ed Empoli senza voler ricordare finanche il Benevento (seppur in amichevole). La città di Napoli, che ha sostenuto e sostiene sempre la propria squadra, non merita spettacoli di questo tipo. Perchè, al di là delle belle parole, che se le porta via il vento, poi bisogna fare i fatti, altrimenti nessuno ti crede più. Lo sanno bene i 4mila innamorati che erano sotto la pioggia al Castellani, come pure gli altri appassionati che hanno dovuto assistere davanti alla tv ad una rappresentazione indegna con un finale raccapricciante. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
Napoli Magazine
 
 
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L'EDITORIALE - Antonio Petrazzuolo: "Napoli ama la propria squadra e non merita questi 'spettacoli'!"

di Napoli Magazine

25/04/2024 - 23:14

NAPOLI - Perdere ad Empoli è stata la ciliegina sulla torta di un periodo che diventa pian piano sempre più deludente. Le colpe vanno attribuite a Spalletti, per scelte che non hanno trovato riscontro nei risultati, ma soprattutto ai protagonisti del campo. Senza voler entrare troppo nei dettagli, basta soffermarsi su un aspetto: nelle ultime 3 partite (di cui 2 giocate in casa), il Napoli ha ottenuto 1 punto. E lo ha fatto contro formazioni che nell'ultimo turno sono state battute dalla Salernitana (2-1 contro i viola) e dall'Inter (3-1 in scioltezza contro i giallorossi dell'innamorato Mourinho). Una squadra che punta a vincere lo scudetto non puo' avere assolutamente un ruolino di marcia del genere. Il 26 febbraio scorso, in conferenza stampa a Castel Volturno, sollevai il tema con Spalletti, e la risposta fu la seguente: "Noi appagati per l'obiettivo Champions a portata di mano? Assolutamente no, appagamento non ci può essere perchè, tra l'altro, l'obiettivo non è ancora stato conquistato, di cosa stiamo parlando? E' una roba bruttissima quella a cui si sta alludendo, se De Laurentiis dovesse accorgersi di qualcosa del genere entrerebbe nello spogliatoio per ribaltare tutto. E noi abbiamo la stessa visione del nostro presidente. Tutti". Parole che, rilette oggi, subito dopo la scelta del club di mandare la squadra in ritiro permanente, con l'ok del tecnico, dopo 1 giorno di non meritato riposo, lasciano un po' perplessi. Se l'obiettivo principale era e resta quello di centrare la qualificazione in Champions, con 9 punti di vantaggio sul quinto posto, che bisogno c'è di intervenire così ad un passo dal matematico traguardo? Probabilmente la speranza è di evitare nuovi cali di tensione a 4 giornate dal termine del campionato, con il rischio però di generare nuovi malumori tra i calciatori, molti dei quali gia' protagonisti del celebre ammutinamento ancelottiano, allontanato a suon di urla da Gattuso. Inoltre, con elementi incerti del proprio futuro e magari incuriositi dalle sirene di mercato, dovrebbe far riflettere che a fare la differenza siano stati il miglior marcatore della storia del club, nonostante il contratto in scadenza, e il futuro attaccante del Toronto. Tutti gli altri, chi più e chi meno, non sono stati per nulla all'altezza della situazione. Altro appunto: perchè il tecnico, pur essendo sotto contratto, rinvia il discorso della propria conferma sulla prossima stagione? Così facendo qualche dubbio lo insinua, sia nel club che nei calciatori che, magari anche inconsciamente, possono avere dei cali di tensione, non essendo celebri per il loro cuor di leone. In tutta sincerità credo che sia diventato stancante dover analizzare percorsi del genere, con la gioia che puntualmente resta strozzata in gola nei momenti clou. Nessuno pretendeva lo scudetto, ma almeno di giocarsela colpo su colpo, considerando i copiosi passi falsi delle milanesi e la pausa juventina. E invece no. Addirittura, con 2 gol di vantaggio, orchestrati da Mertens (finalmente titolare) e Insigne, tocca assistere a delle papere clamorose, con 2 dei 3 gol toscani nati per regali gentilmente concessi da Meret e Malcuit. Spalletti si e' assunto le sue responsabilità, ma certi spettacoli - bisogna dirlo - non è possibile digerirli. Trincerarsi dietro la celebre frase "il calcio è fatto anche di questi momenti" ci può stare se però in precedenza non si è già perso in casa contro Fiorentina, Spezia ed Empoli senza voler ricordare finanche il Benevento (seppur in amichevole). La città di Napoli, che ha sostenuto e sostiene sempre la propria squadra, non merita spettacoli di questo tipo. Perchè, al di là delle belle parole, che se le porta via il vento, poi bisogna fare i fatti, altrimenti nessuno ti crede più. Lo sanno bene i 4mila innamorati che erano sotto la pioggia al Castellani, come pure gli altri appassionati che hanno dovuto assistere davanti alla tv ad una rappresentazione indegna con un finale raccapricciante. 

 

 

Antonio Petrazzuolo
 
 
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