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FOCUS NM - F1, Gp Singapore: la Red Bull di Sergio Perez vince davanti alle Ferrari tra la lentezza della FIA e il caso "Budget Cap"
03.10.2022 02:16 di Redazione

In una Formula 1 che corre sempre più veloce alla ricerca dell'innovazione, del divertimento e della tecnologia, la Federazione Internazionale dell'Automobilismo (la FIA) dimostra di andare sempre più a rilento e di non riuscire a tenere il passo dei bolidi che essa stessa ha messo in pista. Sembra quasi un paradosso ma nello sport dei “giri veloci” e in cui ogni millesimo può essere prezioso, è proprio l’ente a capo di tutto a mostrare la propria inadeguatezza nel ragionare in tempi brevi. Il Gran Premio di Singapore è solo l’ultimo, in linea temporale, di una serie di eventi in cui la FIA si è ritrovata protagonista di una gestione fin troppo lenta. Dopo la poca lucidità mostrata a Monza, la direzione gara si è ripetuta anche nella gara del circuito cittadino di Marina Bay dove ci sono volute 3 ore per decretare, ufficialmente, un vincitore. Infatti, nonostante la conclusione della gara che ha visto Sergio Perez, pilota messicano della Red Bull, tagliare il traguardo per primo, seguito dalle Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz, la Federazione ha preso tempo per decidere se la manovra fatta da “Checo”, sotto regime di Safety Car, fosse congrua o meno. Il regolamento parla chiaro e sancisce che il leader della gara deve mantenere una distanza non superiore alle 10 auto rispetto alla vettura di sicurezza. Appurata l’incontrovertibile dicitura della norma, è clamoroso che la direzione gara non sia riuscita a risolvere la situazione in tempi brevi. Anche a occhio nudo, sembrava abbastanza evidente che Perez avesse infranto la regola e una penalità, quando la gara era ancora in fase di svolgimento, avrebbe potuto cambiare il destino della corsa in favore di Leclerc. Alla fine, la direzione gara, dopo aver fatto passare un’ulteriore ora nonostante avesse già ottenuto la versione dei fatti di Perez, lha optato per una penalità di 5 secondi e un’ammonizione al pilota reo di aver infranto la regola, ma di aver esposto una convincente tesi davanti ai giudici di gara. La FIA, anche questa volta, ha deciso di dare una penalità più leggera rispetto alle precedenti e analoghe situazioni createsi negli anni, confermando la vittoria di Perez e il podio completato dalle due Ferrari. La scarsa gestione della FIA arriva, forse, nel peggior momento possibile per la Federazione impegnata, in questi giorni, a fare luce sul caso “Budget Cap” che sta sconvolgendo il circus. La Red Bull, infatti, avrebbe sforato il limite economico massimo imposto alle società già nella stagione 2021 ed è a rischio sanzione (o addirittura squalifica) che coinvolgerebbe la scorsa annata e quella corrente. Possibile che la Federazione a capo della Formula 1 non abbia controllato le spese fatte dalla scuderia austriaca? Nell’occhio del ciclone, tra l’altro, c’è anche l’Aston Martin per la stessa ragione e i team rivali chiedono a gran voce chiarezza. Nonostante ciò, è giusto dare i meriti a chi, la gara di Singapore, l’ha vinta meritatamente. Tralasciando il caos creato dalla penalità, Sergio Perez ha dominato il Gran Premio sfruttando una Red Bull velocissima e precisissima nei movimenti nonostante le basse temperature della pista. In una gara tremendamente difficile per tutti i piloti, Perez non ha sbagliato nulla e merita di portarsi a casa il trofeo di vincitore. Leclerc, su Ferrari, ha dato tutto quel che poteva, ma rispetto al messicano ha avuto due punti dolenti: la macchina, meno competitiva della Red Bull e molto difficile da guidare in queste condizioni, e l’imprecisione. Il monegasco, nel circuito di Marina Bay, non è stato affatto esente da errori a cominciare dalla partenza sbagliata in cui si è fatto bruciare da Perez e che ha, probabilmente, vanificato i sogni di vittoria della Rossa, per finire anche con l’errore ai box in cui si è posizionato male nella casella del pit stop. Il compagno di squadra, Carlos Sainz, è arrivato terzo ma non ha mostrato una particolare competitività, mentre Max Verstappen ha pagato l’errore del suo team in qualifica e qualche sbavatura di troppo in gara che lo ha costretto ad accontentarsi del settimo posto. Sorride McLaren con un clamoroso quarto e quinto posto del duo Norris-Ricciardo, Hamilton, in Mercedes, chiude nono a causa di una serie di suoi errori. Verstappen si affaccia al Gran Premio del Giappone con la consapevolezza di poter vincere il Mondiale, la Ferrari si accontenta di una buona prestazione non culminata, ancora una volta, con la vittoria e Perez si gode una meritata vittoria. Questa Formula 1 continua a divertire ma, nel brillante futuro di uno sport sempre più in voga, aleggia il buio delle lente e approssimative decisioni della FIA chiamata a risolvere l’urgente situazione del Budget Cap.

 

 

Emanuele Petrarca

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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di Napoli Magazine

03/10/2024 - 02:16

In una Formula 1 che corre sempre più veloce alla ricerca dell'innovazione, del divertimento e della tecnologia, la Federazione Internazionale dell'Automobilismo (la FIA) dimostra di andare sempre più a rilento e di non riuscire a tenere il passo dei bolidi che essa stessa ha messo in pista. Sembra quasi un paradosso ma nello sport dei “giri veloci” e in cui ogni millesimo può essere prezioso, è proprio l’ente a capo di tutto a mostrare la propria inadeguatezza nel ragionare in tempi brevi. Il Gran Premio di Singapore è solo l’ultimo, in linea temporale, di una serie di eventi in cui la FIA si è ritrovata protagonista di una gestione fin troppo lenta. Dopo la poca lucidità mostrata a Monza, la direzione gara si è ripetuta anche nella gara del circuito cittadino di Marina Bay dove ci sono volute 3 ore per decretare, ufficialmente, un vincitore. Infatti, nonostante la conclusione della gara che ha visto Sergio Perez, pilota messicano della Red Bull, tagliare il traguardo per primo, seguito dalle Ferrari di Charles Leclerc e Carlos Sainz, la Federazione ha preso tempo per decidere se la manovra fatta da “Checo”, sotto regime di Safety Car, fosse congrua o meno. Il regolamento parla chiaro e sancisce che il leader della gara deve mantenere una distanza non superiore alle 10 auto rispetto alla vettura di sicurezza. Appurata l’incontrovertibile dicitura della norma, è clamoroso che la direzione gara non sia riuscita a risolvere la situazione in tempi brevi. Anche a occhio nudo, sembrava abbastanza evidente che Perez avesse infranto la regola e una penalità, quando la gara era ancora in fase di svolgimento, avrebbe potuto cambiare il destino della corsa in favore di Leclerc. Alla fine, la direzione gara, dopo aver fatto passare un’ulteriore ora nonostante avesse già ottenuto la versione dei fatti di Perez, lha optato per una penalità di 5 secondi e un’ammonizione al pilota reo di aver infranto la regola, ma di aver esposto una convincente tesi davanti ai giudici di gara. La FIA, anche questa volta, ha deciso di dare una penalità più leggera rispetto alle precedenti e analoghe situazioni createsi negli anni, confermando la vittoria di Perez e il podio completato dalle due Ferrari. La scarsa gestione della FIA arriva, forse, nel peggior momento possibile per la Federazione impegnata, in questi giorni, a fare luce sul caso “Budget Cap” che sta sconvolgendo il circus. La Red Bull, infatti, avrebbe sforato il limite economico massimo imposto alle società già nella stagione 2021 ed è a rischio sanzione (o addirittura squalifica) che coinvolgerebbe la scorsa annata e quella corrente. Possibile che la Federazione a capo della Formula 1 non abbia controllato le spese fatte dalla scuderia austriaca? Nell’occhio del ciclone, tra l’altro, c’è anche l’Aston Martin per la stessa ragione e i team rivali chiedono a gran voce chiarezza. Nonostante ciò, è giusto dare i meriti a chi, la gara di Singapore, l’ha vinta meritatamente. Tralasciando il caos creato dalla penalità, Sergio Perez ha dominato il Gran Premio sfruttando una Red Bull velocissima e precisissima nei movimenti nonostante le basse temperature della pista. In una gara tremendamente difficile per tutti i piloti, Perez non ha sbagliato nulla e merita di portarsi a casa il trofeo di vincitore. Leclerc, su Ferrari, ha dato tutto quel che poteva, ma rispetto al messicano ha avuto due punti dolenti: la macchina, meno competitiva della Red Bull e molto difficile da guidare in queste condizioni, e l’imprecisione. Il monegasco, nel circuito di Marina Bay, non è stato affatto esente da errori a cominciare dalla partenza sbagliata in cui si è fatto bruciare da Perez e che ha, probabilmente, vanificato i sogni di vittoria della Rossa, per finire anche con l’errore ai box in cui si è posizionato male nella casella del pit stop. Il compagno di squadra, Carlos Sainz, è arrivato terzo ma non ha mostrato una particolare competitività, mentre Max Verstappen ha pagato l’errore del suo team in qualifica e qualche sbavatura di troppo in gara che lo ha costretto ad accontentarsi del settimo posto. Sorride McLaren con un clamoroso quarto e quinto posto del duo Norris-Ricciardo, Hamilton, in Mercedes, chiude nono a causa di una serie di suoi errori. Verstappen si affaccia al Gran Premio del Giappone con la consapevolezza di poter vincere il Mondiale, la Ferrari si accontenta di una buona prestazione non culminata, ancora una volta, con la vittoria e Perez si gode una meritata vittoria. Questa Formula 1 continua a divertire ma, nel brillante futuro di uno sport sempre più in voga, aleggia il buio delle lente e approssimative decisioni della FIA chiamata a risolvere l’urgente situazione del Budget Cap.

 

 

Emanuele Petrarca

 

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