Leonardo Bonucci è ancora alla ricerca di un nuovo ruolo nel calcio dopo il suo addio al campo, ma oggi il suo recente passato è ancora vivo nella memoria. Un passato legato alla Juventus, con una parentesi al Milan e con una nuova avventura che poteva essere e che invece non è stata: il Manchester City. "Se sono mai stato contattato da Pep Guardiola? Sia nel 2016, sia nel 2017, quando sono andato al Milan. Ovviamente nel 2016 non si è concretizzato per un motivo: perché la Juve non mi avrebbe venduto mai e io stavo bene in quel momento alla Juve. Nel 2017 Montella e Mirabelli mi avevano chiamato e mi avevano detto: devi venire qua, diventerai capitano della squadra. Non volevo andare fuori dall'Italia", ha detto a Sky.
"Sono andato al Milan perché c'era stato il famoso screzio con Allegri. Io volevo comunque rimanere vicino a casa per le note vicende che c'erano state di mio figlio. Non me la sentivo di andare all'estero perché quando cambi è sempre un punto interrogativo", ha spiegato il suo trasferimento in rossonero. Entrando poi nel dettaglio: "Sono andato al Milan perché comunque stava iniziando un nuovo ciclo. Con tanti acquisti: 12 ne fecero Mirabelli e Fassone. E poi a fine anno, quando è saltato tutto il banco, mi dissero: qua non c'è più posto per te. Allora ho detto se io devo andar via, uscire da questo ciclo qua, voglio tornare alla Juventus. Si sono incastrate queste dinamiche, ma la scelta è stata perché comunque si era creata all'interno, tra me l'allenatore e la società, un'energia che non fluiva più come doveva fluire e chi poteva spezzarla potevo essere solo", ha proseguito.
Sul ritorno a Torino: "Allegri aveva rinnovato dopo la finale di Champions. La società è una e decide e quindi in quel caso eravamo tutti d'accordo che le strade non potevano proseguire perché sarebbe stato non un male, ma comunque sarebbe stato difficile rimettere tutto a posto senza allontanarsi. Quando ci siamo riavvicinati si stava meglio che prima".
di Napoli Magazine
07/10/2024 - 20:57
Leonardo Bonucci è ancora alla ricerca di un nuovo ruolo nel calcio dopo il suo addio al campo, ma oggi il suo recente passato è ancora vivo nella memoria. Un passato legato alla Juventus, con una parentesi al Milan e con una nuova avventura che poteva essere e che invece non è stata: il Manchester City. "Se sono mai stato contattato da Pep Guardiola? Sia nel 2016, sia nel 2017, quando sono andato al Milan. Ovviamente nel 2016 non si è concretizzato per un motivo: perché la Juve non mi avrebbe venduto mai e io stavo bene in quel momento alla Juve. Nel 2017 Montella e Mirabelli mi avevano chiamato e mi avevano detto: devi venire qua, diventerai capitano della squadra. Non volevo andare fuori dall'Italia", ha detto a Sky.
"Sono andato al Milan perché c'era stato il famoso screzio con Allegri. Io volevo comunque rimanere vicino a casa per le note vicende che c'erano state di mio figlio. Non me la sentivo di andare all'estero perché quando cambi è sempre un punto interrogativo", ha spiegato il suo trasferimento in rossonero. Entrando poi nel dettaglio: "Sono andato al Milan perché comunque stava iniziando un nuovo ciclo. Con tanti acquisti: 12 ne fecero Mirabelli e Fassone. E poi a fine anno, quando è saltato tutto il banco, mi dissero: qua non c'è più posto per te. Allora ho detto se io devo andar via, uscire da questo ciclo qua, voglio tornare alla Juventus. Si sono incastrate queste dinamiche, ma la scelta è stata perché comunque si era creata all'interno, tra me l'allenatore e la società, un'energia che non fluiva più come doveva fluire e chi poteva spezzarla potevo essere solo", ha proseguito.
Sul ritorno a Torino: "Allegri aveva rinnovato dopo la finale di Champions. La società è una e decide e quindi in quel caso eravamo tutti d'accordo che le strade non potevano proseguire perché sarebbe stato non un male, ma comunque sarebbe stato difficile rimettere tutto a posto senza allontanarsi. Quando ci siamo riavvicinati si stava meglio che prima".