Il chief football officer della Juventus Fabio Paratici ha parlato ai microfoni di Sky Sport nel pre partita di Juventus-Dinamo Kiev.

 

 

 

Su Frappart

 

E’ stata abbattuta un’altra barriera, sappiamo che è molto brava, che è la cosa più importante e fondamentale.

 

 

 

Personalità e giovani, non sono due cose che vanno in contrasto, di solito. Cosa è questa personalità che manca?

 

E’ un discorso più generale. Quando un calciatore arriva alla Juve, arriva con tanto entusiasmo. Giocare in una grande squadra comporta un certo tipo di carico, palloni che non hanno la stessa pesantezza di quelli che giochi in altre squadre, che hanno responsabilità minori, con obiettivi diversi. E’ normale che nel primo periodo ci sia qualche difficoltà. Molti di quelli che si sono rivelati poi grandi campioni, all’inizio hanno avuto grandi difficoltà. L’esempio è de Ligt, l’anno scorso per sei mesi ci siamo chiesti cosa gli succedesse. Questa è una normalità.

 

 

 

Le piace il modo di comunicare di Pirlo?

 

Mi piace molto, lo conosco da tanto tempo. L’ho vissuto da calciatore, l’ho trovato anche migliorato, sta migliorando sempre di più in questi mesi. Da quando è arrivato, migliora e impara velocemente perché è una persona intelligente, oltre che di calcio.

 

 

 

Alla Juventus i giocatori hanno bisogno di mesi per capire dove  giocano, è una maglia pesante, ci vuole tempo

 

Io sono qui da undici anni, poi trovi qualcuno che quel momento non lo supera. Bisogna però dare il tempo, avere fiducia, il tempo non sono sei mesi, bisogna credere in quel che si fa e nei giocatori che si hanno. Bisogna dare loro opportunità e lavorare.

 

 

 

La Juventus è un modo di essere, che accomuna tutte le grandi squadre

 

E’ una grande fortuna poter passare da un grande club, è uno stile di vita. Siamo all’inizio di un percorso, con salite e discese, e non si possono prendere scorciatoie.