Essere odiati, da presidenti della Juventus, è quasi la normalità. Andrea Agnelli, però, si è ritrovato improvvisamente a essere il nemico pubblico numero uno su tutti i giornali europei. Non una situazione facile, soprattutto ora che si ritrova a dover difendere il progetto Super League dopo le tante defezioni di chi gli aveva giurato fedeltà eterna. La vicenda, comunque vada a finire, non potrà che portare a conseguenze imminenti, nonostante le smentite dello stesso presidente e del club. C'è un fatto ormai assodato: Andrea si è fatto troppi nemici, sia esterni che interni. Tutte le grida di dolore di chi si è stracciato le vesti per quello che è stato visto come un attentato alla purezza del calcio (che tra l'altro il pallone aveva perso da un bel pezzo), da capi di Stato, ministri, parlamentari e presidenti di ogni genere e grado a uomini di calcio vero, allenatori e giocatori. Una situazione difficile da sostenere. A tutto questo vanno aggiunti la drammatica situazione economica del club e i rapporti non certo idilliaci con il cugino John Elkann, che da tempo fanno pensare a un cambio di rotta in casa Juve. Si parla del possibile avvicendamento, alla guida bianconera, con un altro cugino, Alessandro Nasi, stimatissimo manager di alto livello. In questo caso, oltre a mettere mano alla gestione societaria, ci sarebbe anche una rivoluzione tecnica, con Pirlo, scommessa dello stesso Andrea, destinato a lasciare la panchina bianconera dopo un anno da dimenticare. Proprio oggi ricorre l'anniversario dell'ultimo scudetto targato Allegri. Sono passati solo due anni ma sembra un secolo.
di Napoli Magazine
21/04/2024 - 10:14
Essere odiati, da presidenti della Juventus, è quasi la normalità. Andrea Agnelli, però, si è ritrovato improvvisamente a essere il nemico pubblico numero uno su tutti i giornali europei. Non una situazione facile, soprattutto ora che si ritrova a dover difendere il progetto Super League dopo le tante defezioni di chi gli aveva giurato fedeltà eterna. La vicenda, comunque vada a finire, non potrà che portare a conseguenze imminenti, nonostante le smentite dello stesso presidente e del club. C'è un fatto ormai assodato: Andrea si è fatto troppi nemici, sia esterni che interni. Tutte le grida di dolore di chi si è stracciato le vesti per quello che è stato visto come un attentato alla purezza del calcio (che tra l'altro il pallone aveva perso da un bel pezzo), da capi di Stato, ministri, parlamentari e presidenti di ogni genere e grado a uomini di calcio vero, allenatori e giocatori. Una situazione difficile da sostenere. A tutto questo vanno aggiunti la drammatica situazione economica del club e i rapporti non certo idilliaci con il cugino John Elkann, che da tempo fanno pensare a un cambio di rotta in casa Juve. Si parla del possibile avvicendamento, alla guida bianconera, con un altro cugino, Alessandro Nasi, stimatissimo manager di alto livello. In questo caso, oltre a mettere mano alla gestione societaria, ci sarebbe anche una rivoluzione tecnica, con Pirlo, scommessa dello stesso Andrea, destinato a lasciare la panchina bianconera dopo un anno da dimenticare. Proprio oggi ricorre l'anniversario dell'ultimo scudetto targato Allegri. Sono passati solo due anni ma sembra un secolo.