NAPOLI - Con due turni d'anticipo il Napoli s'è laureato campione d'inverno. Titolo platonico ma che qualcosa dice. Continuità di gioco e di risultati, una sola sconfitta, nella tana della Beneamata picchiatrice, anche un po' colpa delle scelte e delle mancate contromisure del Pelato di Certaldo. Il primo kappaò subito dimenticato grazie alla trasferta vittoriosa di Genova, sponda Samp, vissuta con fiero cipiglio ed i moti dell'anima in ricordo di Gianluca Vialli e di Sinisa Mihajlovic. Ora, ci prepariamo al venerdì di passione da vivere al cospetto della Vecchia Signora che, seppur incerottata e zeppa di guai extrasportivi, sta lì appoggiata sulla seconda cadrega della classifica alla pari del Milan che ha fatto harakiri davanti alla Roma e comunque grazie Roma. Il Napoli ha due risultati su tre a disposizione: il parri che lascerebbe i bianconeri a meno sette e la vittoria con la quale li rispedirebbe a meno dieci. Il che vorrebbe dire assicurarsi un margine cospicuo sull'unica rivale in grado di impensierire. Perché mentre le milanesi hanno dimostrato sin qui di essere fragili, la Juve ha messo insieme otto successi consecutivi figli di una ritrovata saldezza difensiva, ha la retroguardia meno perforata del campionato. E qui vien facile dedurre che la partitissima vivrà sulla fantasìa e la forza di penetrazione degli azzurri e il bunker che innalzeranno i bianconeri. Credo, e spero, che la manovra un po' involuta che il Napoli ha mostrato sia a Milano sia a Genova sia stata soltanto un momentaneo appannamento dovuto alla lunga sosta e che le amichevoli recenti avevano fatto risaltare. Intendo dire che compiacersi del palleggio prolungato alla lunga può diventare un vezzo controproducente. Mi entusiasmava di più l'alternanza continua tra possesso orizzontale e fiondate verticali. Penso di sapere quali uomini schiererà in avvio Spalletti, non so su quali uomini potrà contare Allegri. La differenza la farà certamente il numero nove, la presenza di Osimhen bomber già a due cifre. E l'assenza quasi certa di Vlahovic. E comunque, dovesse scendere in campo, il serbo sarebbe alla prima partita dopo un lungo stop. Nelle ultime uscite ho visto Kvara, il mio idolo, anch'egli ha avuto a che fare con la pubalgìa, un po' affaticato. Normale per un giocatore che sino alla sosta per il mondiale Infantile aveva fatto la differenza. C'è da dire anche che ora la perla georgiana non ha più segreti per gli avversari e che è fatto oggetto di marcature spietate - non sempre lecite - e multiple. Contro l'Inter erano in tre fissi a marcarlo nella sua zona di competenza, la fascia. E però, Kvara si sa disimpegnare da par suo anche quando si accentra ed è lì che a volte va protetto, concedendogli spazi maggiori. La madre di tutte le partite, per storia, tradizione, rivalità, esaltazioni e delusioni va giocata con ardore attento. Confidando in un arbitro ispirato, mi accingerò a gustarmi la grande sfida con la convinzione che, sfangandola, gli azzurri si fregeranno del titolo primaverile quando i prati cominciano a rifiorire.
Adolfo Mollichelli
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
11/01/2023 - 23:00
NAPOLI - Con due turni d'anticipo il Napoli s'è laureato campione d'inverno. Titolo platonico ma che qualcosa dice. Continuità di gioco e di risultati, una sola sconfitta, nella tana della Beneamata picchiatrice, anche un po' colpa delle scelte e delle mancate contromisure del Pelato di Certaldo. Il primo kappaò subito dimenticato grazie alla trasferta vittoriosa di Genova, sponda Samp, vissuta con fiero cipiglio ed i moti dell'anima in ricordo di Gianluca Vialli e di Sinisa Mihajlovic. Ora, ci prepariamo al venerdì di passione da vivere al cospetto della Vecchia Signora che, seppur incerottata e zeppa di guai extrasportivi, sta lì appoggiata sulla seconda cadrega della classifica alla pari del Milan che ha fatto harakiri davanti alla Roma e comunque grazie Roma. Il Napoli ha due risultati su tre a disposizione: il parri che lascerebbe i bianconeri a meno sette e la vittoria con la quale li rispedirebbe a meno dieci. Il che vorrebbe dire assicurarsi un margine cospicuo sull'unica rivale in grado di impensierire. Perché mentre le milanesi hanno dimostrato sin qui di essere fragili, la Juve ha messo insieme otto successi consecutivi figli di una ritrovata saldezza difensiva, ha la retroguardia meno perforata del campionato. E qui vien facile dedurre che la partitissima vivrà sulla fantasìa e la forza di penetrazione degli azzurri e il bunker che innalzeranno i bianconeri. Credo, e spero, che la manovra un po' involuta che il Napoli ha mostrato sia a Milano sia a Genova sia stata soltanto un momentaneo appannamento dovuto alla lunga sosta e che le amichevoli recenti avevano fatto risaltare. Intendo dire che compiacersi del palleggio prolungato alla lunga può diventare un vezzo controproducente. Mi entusiasmava di più l'alternanza continua tra possesso orizzontale e fiondate verticali. Penso di sapere quali uomini schiererà in avvio Spalletti, non so su quali uomini potrà contare Allegri. La differenza la farà certamente il numero nove, la presenza di Osimhen bomber già a due cifre. E l'assenza quasi certa di Vlahovic. E comunque, dovesse scendere in campo, il serbo sarebbe alla prima partita dopo un lungo stop. Nelle ultime uscite ho visto Kvara, il mio idolo, anch'egli ha avuto a che fare con la pubalgìa, un po' affaticato. Normale per un giocatore che sino alla sosta per il mondiale Infantile aveva fatto la differenza. C'è da dire anche che ora la perla georgiana non ha più segreti per gli avversari e che è fatto oggetto di marcature spietate - non sempre lecite - e multiple. Contro l'Inter erano in tre fissi a marcarlo nella sua zona di competenza, la fascia. E però, Kvara si sa disimpegnare da par suo anche quando si accentra ed è lì che a volte va protetto, concedendogli spazi maggiori. La madre di tutte le partite, per storia, tradizione, rivalità, esaltazioni e delusioni va giocata con ardore attento. Confidando in un arbitro ispirato, mi accingerò a gustarmi la grande sfida con la convinzione che, sfangandola, gli azzurri si fregeranno del titolo primaverile quando i prati cominciano a rifiorire.
Adolfo Mollichelli
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