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VIDEO CONFERENCE - Napoli, Luciano Spalletti: "Scudetto? Buon senso nei festeggiamenti, anche per i bambini, non auguriamo a nessuno di perdere, Sarri e Allegri? Non devo rispondere a nessuno"
29.04.2023 15:53 di Redazione

CASTEL VOLTURNO (CE) - Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference alla vigilia di Napoli-Salernitana. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

 

 

- E' cambiato qualcosa con lo slittamento del match?

 

"Noi sappiamo quale deve essere la nostra direzione. Dobbiamo proseguire dritto per la nostra strada. Ci sono cose che non possiamo controllare e ci adeguiamo. Giocare oggi o domani cambia poco per noi, in ogni caso andiamo in campo con la massima concentrazione".

 

- Cosa penserà prima di andare a dormire?

 

"Siamo di fronte ad una sfida estrema. Se la giochi nella maniera giusta ti porti a casa il risultato. E' da molto tempo che vogliamo giocare e vivere queste partite. C'e' da viverle nello stesso modo di sempre. Dobbiamo avere chiaro quello che vogliamo fare in campo, inclusa la preparazione per arrivare a queste partite".

 

- Il presidente della Salernitana ha parlato di mortificazione per lo slittamento, Sarri invece parla di tavola apparecchiata per lo scudetto...

 

"Noi non abbiamo affidato al Prefetto o al fato il nostro campionato, e la nostra idea di gioco. C'e' la volonta' di rendere felici le persone, come quelle che aspettano il pullman che passa per strada o quelli che sono arrivati in migliaia all'aeroporto. Se dovesse succedere quella cosa li' mi hanno chiesto anche di fare un invito ai tifosi per l'ordine pubblico. Conosco benissimo Paulo Sousa, abbiamo fatto anche un viaggio insieme, e' uno che lavora sul campo. La Salernitana lavora per il futuro, il presidente Iervolino sta facendo un grande lavoro. La citta' di Salerno ha grande amore per lo sport. Sara' una partita difficilissima, che ha motivato piu' i nostri avversari che noi".

 

- A quale ciclista assomiglia questo Napoli?

 

"E' una volata finale. Dobbiamo farci trovare pronti. Abbiamo calciatori che, per come hanno pedalato, sarebbero forti anche nel ciclismo. Questa squadra, tutta insieme, e' piu' forte di ogni singolo".

 

- Elmas ha detto che sicuramente si batterà la Salernitana?

 

"Non so se gioca. Speriamo che abbia centrato il desiderio di tutti. Noi non vogliamo sbagliare la volata finale. Non auguro a nessuno di perdere. L'odio verso gli altri non sara' mai uno strumento per difendere quello a cui miriamo. So anche che non potrebbe essere determinante questa partita".

 

- Sarri spera che il Napoli festeggi il piu' lontano possibile, Allegri ha detto che finalmente si e' vinto uno scudetto...

 

"Non devo rispondere ne' a Sarri e ne' ad Allegri. Il nostro campionato ce lo siamo costruito in maniera corretta. E' soprattutto ai nostri tifosi che dobbiamo pensare in queste partite qui".

 

- Con la Juve si poteva fare di più nel primo tempo?

 

"Credo che abbia fatto cio' che dovevamo anche nel primo tempo. Anche col Milan sono rimasti degli spazi vuoti. Campo aperto, zainetto, e pedalare fino in fondo. Nella partita di Torino abbiamo rischiamo un po' in piu'. E' quello che dobbiamo fare. Quando riprendiamo palla nella meta' campo avversaria serve maggiore carica e l'abbiamo fatto. Come con l'Atalanta, ne sono state vinte altre di partite difficili. E' dipeso da quella mentalità. Se poi dall'altra ci sono Leao o Chiesa o Di Maria, che sanno ribaltare l'azione è un discorso diverso. Le voglio deformare le cose, a noi ci ha fatto comodo restare con lo stesso atteggiamento. Poi diciamo "bravi" agli altri quando ci hanno battuto".

 

- Cosa significherà lo Scudetto per lei?

 

"E' il problema del futuro. Fino a quando manchera' un punto per la vittoria non avremo fatto niente. Mancano ancora dei punti. Non possiamo sapere cosa accadrà. Parlare del Golfo ora... Quando arrivai a Napoli ne parlai coi miei figli. Mi dissero che a Napoli bisogna vincere, perche' ci sono sempre stati calciatori e allenatori bravi. Mi sembra di capire che se non si vince la partita si esce scontenti dal campo".

 

- Nel tour dell'anima contempla anche lo scudetto?

 

"Si gioca sempre con il massimo. Con la tuta e il fischietto in campo si pensa sempre di avere a che fare con calciatori forti. Avere entusiasmo ti fa fare delle partitine dove la palla gira a 2mila orari. Quello che stanno percependo dalla citta' e' qualcosa di entusiasmante. Di solito ci sono 10 persone in conferenza, ora ce ne sono 40. Non ci sono rimorsi. Se vuoi bene a qualcuno devi dedicargli il tempo, io l'ho dedicato tutto, per cui dal mio punto di vista diventa facile. Al Napoli abbiamo dedicato tutto il tempo possibile. E' una mia necessita'. Alla sera, se ho 2 ore, mi vado a rivedere le azioni per dare dei consigli ai giocatori. Poi magari non si realizza niente, ma io sono fatto cosi', dipende da come sei fatto e da che valori hai".

 

- E' un po' emozionato?

 

"Io mi emoziono facilmente. Qualche volta ho paura se penso da dove sono partito. L'emozione ce l'avevo a bordo strada dove ho iniziato e ce l'avro' in campo. Ci sono cose da vivere e da portare a casa. E' una sfida che va vinta per Napoli. C'e' un po' di emozione, un po' di paura di non portarla a termine ma siamo diventati di quelli che sanno che se non vogliono vivere queste situazioni non devono fare calcio. Siccome vogliamo fare calcio, ci andiamo dentro con tutte le qualita' che abbiamo".

 

- E' una soddisfazione rompere l'egemonia di Milan, Inter e Juventus?

 

"Dal 2001 non accadeva. E' un valore in piu' che assume il lavoro fatto da questi giocatori. Dobbiamo ringraziarli ed essere pronti per lo strappo finale".

 

- Cosa le lascia questa esperienza con Napoli?

 

"Non lo so, abbiamo ancora da giocare delle partite. Non so che reazioni potrebbero esserci ad un gol determinante. Sono cose da vivere nell'accaduto, non nelle previsioni. Al gol di Raspadori a Torino non mi sono mosso".

 

- Ci sono troppi stereotipi sui napoletani?

 

"Napoli e' una citta' energica, a volte un po' folle, altre volte a vederla da fuori puo' sembrare teatrale, poco vera e filmata, fatta di cose non essenziali, invece da un punto di vista mia e' l'opposto. Sono proprio queste cose qui che i napoletani vivono in maniera profonda, hanno le qualita' mandando messaggi spettacolari. Poi di questo ne parleremo tra un po' in maniera piu' profonda".

 

- Gli allenatori sono uomini soli...

 

"Alle 7 del mattino monto in auto con Ciro, non sono mai solo. Da tutte le partite si e' provato a vincere e non ci siamo riusciti. Non so se erano squadre forti a tal punto da... Mi hanno ricordato che non ho mai vinto. Se il non compiuto da altre parti e' valso per poter vivere questo con il Napoli sono contento che sia stato così".

 

- Ha trovato dei ragazzi con la sua stessa fame di vittoria?

 

"Si, anche loro sono stanchi delle riunioni. La nostra saletta video e' bellissima, con poltrone comode. Anche loro vogliono raccontare qualcosa a figli e nipoti. Se saranno bravi questi puo' essere la storia per cui saranno orgogliosi di raccontare. Sono ragazzi perfetti e umili, disponibili ad ascoltare, i ragazzi sanno dire anche qualcosa di personale. E' nata un'amicizia vera tra i ragazzi, ne vado felice".

 

- Ha dovuto dire qualcosa in piu' alla squadra? Napoli-Salernitana non sara' una gara semplice...

 

"Mi sembra di essere andato avanti alla squadra un paio di volte. Si fanno sempre delle analisi su quello che e' successo, in base alle azioni e all'ambiente. Si va di pari passo con la citta' in cui vivi, abbiamo fatto anche discorsi differenti dal campo da gioco. Paulo Sousa e' una persona colta, e' piacevole parlare con lui, ha cultura calcistica, e' evidente che sa dove vuole portare la sua squadra. Conosco Morgan De Sanctis, so la sua qualita', di Iervolino ne parlano tutti come un presidente emergente con idee. Sarebbe stato cosi' comunque, al di la' dello spostamento. Dobbiamo farci trovare pronti a queste montagne rocciose, se sei incapace di perforarla la montagna la devi aggirare. E' un derby per noi e per loro, ma ci sono in ballo altre cose che l'avrebbero determinata ugualmente cosi'. Sono due citta' con una moralità importante".

 

- La spensieratezza e' stato il fattore determinante? Alla vigilia del 10 maggio 1987 in pochi dormirono...

 

"Io di solito dormo poco in genere. E' giusto restare leggeri. Il massimo sarebbe restare leggeri come il recupero di Lozano, con Di Lorenzo che era caduto a terra. Essere scanzonato e serio e' importante per portare a casa il risultato".

 

- Manca uno specialista nei gol dai calci piazzati?

 

"Kvara, Zielinski, Raspadori e Osimhen sanno calciare le punizioni. Kvara usa l'effetto, Zielinski la potenza e l'fetto, Osimhen solo la potenza".

 

- Infine l'invito ai tifosi...

 

"Se questa partita sara' decisiva, bisogna saper vincere anche dopo la gara nei comportamenti e nel divertirsi. Questo sport e' dei bambini e dei figli. Tutti, anche io, avro' i figli in giro per la citta'. Non va messa a rischio nulla per i bambini. Serve buon senso".

 

Antonio Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com 

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29/04/2024 - 15:53

CASTEL VOLTURNO (CE) - Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in Press Conference alla vigilia di Napoli-Salernitana. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine".

 

 

- E' cambiato qualcosa con lo slittamento del match?

 

"Noi sappiamo quale deve essere la nostra direzione. Dobbiamo proseguire dritto per la nostra strada. Ci sono cose che non possiamo controllare e ci adeguiamo. Giocare oggi o domani cambia poco per noi, in ogni caso andiamo in campo con la massima concentrazione".

 

- Cosa penserà prima di andare a dormire?

 

"Siamo di fronte ad una sfida estrema. Se la giochi nella maniera giusta ti porti a casa il risultato. E' da molto tempo che vogliamo giocare e vivere queste partite. C'e' da viverle nello stesso modo di sempre. Dobbiamo avere chiaro quello che vogliamo fare in campo, inclusa la preparazione per arrivare a queste partite".

 

- Il presidente della Salernitana ha parlato di mortificazione per lo slittamento, Sarri invece parla di tavola apparecchiata per lo scudetto...

 

"Noi non abbiamo affidato al Prefetto o al fato il nostro campionato, e la nostra idea di gioco. C'e' la volonta' di rendere felici le persone, come quelle che aspettano il pullman che passa per strada o quelli che sono arrivati in migliaia all'aeroporto. Se dovesse succedere quella cosa li' mi hanno chiesto anche di fare un invito ai tifosi per l'ordine pubblico. Conosco benissimo Paulo Sousa, abbiamo fatto anche un viaggio insieme, e' uno che lavora sul campo. La Salernitana lavora per il futuro, il presidente Iervolino sta facendo un grande lavoro. La citta' di Salerno ha grande amore per lo sport. Sara' una partita difficilissima, che ha motivato piu' i nostri avversari che noi".

 

- A quale ciclista assomiglia questo Napoli?

 

"E' una volata finale. Dobbiamo farci trovare pronti. Abbiamo calciatori che, per come hanno pedalato, sarebbero forti anche nel ciclismo. Questa squadra, tutta insieme, e' piu' forte di ogni singolo".

 

- Elmas ha detto che sicuramente si batterà la Salernitana?

 

"Non so se gioca. Speriamo che abbia centrato il desiderio di tutti. Noi non vogliamo sbagliare la volata finale. Non auguro a nessuno di perdere. L'odio verso gli altri non sara' mai uno strumento per difendere quello a cui miriamo. So anche che non potrebbe essere determinante questa partita".

 

- Sarri spera che il Napoli festeggi il piu' lontano possibile, Allegri ha detto che finalmente si e' vinto uno scudetto...

 

"Non devo rispondere ne' a Sarri e ne' ad Allegri. Il nostro campionato ce lo siamo costruito in maniera corretta. E' soprattutto ai nostri tifosi che dobbiamo pensare in queste partite qui".

 

- Con la Juve si poteva fare di più nel primo tempo?

 

"Credo che abbia fatto cio' che dovevamo anche nel primo tempo. Anche col Milan sono rimasti degli spazi vuoti. Campo aperto, zainetto, e pedalare fino in fondo. Nella partita di Torino abbiamo rischiamo un po' in piu'. E' quello che dobbiamo fare. Quando riprendiamo palla nella meta' campo avversaria serve maggiore carica e l'abbiamo fatto. Come con l'Atalanta, ne sono state vinte altre di partite difficili. E' dipeso da quella mentalità. Se poi dall'altra ci sono Leao o Chiesa o Di Maria, che sanno ribaltare l'azione è un discorso diverso. Le voglio deformare le cose, a noi ci ha fatto comodo restare con lo stesso atteggiamento. Poi diciamo "bravi" agli altri quando ci hanno battuto".

 

- Cosa significherà lo Scudetto per lei?

 

"E' il problema del futuro. Fino a quando manchera' un punto per la vittoria non avremo fatto niente. Mancano ancora dei punti. Non possiamo sapere cosa accadrà. Parlare del Golfo ora... Quando arrivai a Napoli ne parlai coi miei figli. Mi dissero che a Napoli bisogna vincere, perche' ci sono sempre stati calciatori e allenatori bravi. Mi sembra di capire che se non si vince la partita si esce scontenti dal campo".

 

- Nel tour dell'anima contempla anche lo scudetto?

 

"Si gioca sempre con il massimo. Con la tuta e il fischietto in campo si pensa sempre di avere a che fare con calciatori forti. Avere entusiasmo ti fa fare delle partitine dove la palla gira a 2mila orari. Quello che stanno percependo dalla citta' e' qualcosa di entusiasmante. Di solito ci sono 10 persone in conferenza, ora ce ne sono 40. Non ci sono rimorsi. Se vuoi bene a qualcuno devi dedicargli il tempo, io l'ho dedicato tutto, per cui dal mio punto di vista diventa facile. Al Napoli abbiamo dedicato tutto il tempo possibile. E' una mia necessita'. Alla sera, se ho 2 ore, mi vado a rivedere le azioni per dare dei consigli ai giocatori. Poi magari non si realizza niente, ma io sono fatto cosi', dipende da come sei fatto e da che valori hai".

 

- E' un po' emozionato?

 

"Io mi emoziono facilmente. Qualche volta ho paura se penso da dove sono partito. L'emozione ce l'avevo a bordo strada dove ho iniziato e ce l'avro' in campo. Ci sono cose da vivere e da portare a casa. E' una sfida che va vinta per Napoli. C'e' un po' di emozione, un po' di paura di non portarla a termine ma siamo diventati di quelli che sanno che se non vogliono vivere queste situazioni non devono fare calcio. Siccome vogliamo fare calcio, ci andiamo dentro con tutte le qualita' che abbiamo".

 

- E' una soddisfazione rompere l'egemonia di Milan, Inter e Juventus?

 

"Dal 2001 non accadeva. E' un valore in piu' che assume il lavoro fatto da questi giocatori. Dobbiamo ringraziarli ed essere pronti per lo strappo finale".

 

- Cosa le lascia questa esperienza con Napoli?

 

"Non lo so, abbiamo ancora da giocare delle partite. Non so che reazioni potrebbero esserci ad un gol determinante. Sono cose da vivere nell'accaduto, non nelle previsioni. Al gol di Raspadori a Torino non mi sono mosso".

 

- Ci sono troppi stereotipi sui napoletani?

 

"Napoli e' una citta' energica, a volte un po' folle, altre volte a vederla da fuori puo' sembrare teatrale, poco vera e filmata, fatta di cose non essenziali, invece da un punto di vista mia e' l'opposto. Sono proprio queste cose qui che i napoletani vivono in maniera profonda, hanno le qualita' mandando messaggi spettacolari. Poi di questo ne parleremo tra un po' in maniera piu' profonda".

 

- Gli allenatori sono uomini soli...

 

"Alle 7 del mattino monto in auto con Ciro, non sono mai solo. Da tutte le partite si e' provato a vincere e non ci siamo riusciti. Non so se erano squadre forti a tal punto da... Mi hanno ricordato che non ho mai vinto. Se il non compiuto da altre parti e' valso per poter vivere questo con il Napoli sono contento che sia stato così".

 

- Ha trovato dei ragazzi con la sua stessa fame di vittoria?

 

"Si, anche loro sono stanchi delle riunioni. La nostra saletta video e' bellissima, con poltrone comode. Anche loro vogliono raccontare qualcosa a figli e nipoti. Se saranno bravi questi puo' essere la storia per cui saranno orgogliosi di raccontare. Sono ragazzi perfetti e umili, disponibili ad ascoltare, i ragazzi sanno dire anche qualcosa di personale. E' nata un'amicizia vera tra i ragazzi, ne vado felice".

 

- Ha dovuto dire qualcosa in piu' alla squadra? Napoli-Salernitana non sara' una gara semplice...

 

"Mi sembra di essere andato avanti alla squadra un paio di volte. Si fanno sempre delle analisi su quello che e' successo, in base alle azioni e all'ambiente. Si va di pari passo con la citta' in cui vivi, abbiamo fatto anche discorsi differenti dal campo da gioco. Paulo Sousa e' una persona colta, e' piacevole parlare con lui, ha cultura calcistica, e' evidente che sa dove vuole portare la sua squadra. Conosco Morgan De Sanctis, so la sua qualita', di Iervolino ne parlano tutti come un presidente emergente con idee. Sarebbe stato cosi' comunque, al di la' dello spostamento. Dobbiamo farci trovare pronti a queste montagne rocciose, se sei incapace di perforarla la montagna la devi aggirare. E' un derby per noi e per loro, ma ci sono in ballo altre cose che l'avrebbero determinata ugualmente cosi'. Sono due citta' con una moralità importante".

 

- La spensieratezza e' stato il fattore determinante? Alla vigilia del 10 maggio 1987 in pochi dormirono...

 

"Io di solito dormo poco in genere. E' giusto restare leggeri. Il massimo sarebbe restare leggeri come il recupero di Lozano, con Di Lorenzo che era caduto a terra. Essere scanzonato e serio e' importante per portare a casa il risultato".

 

- Manca uno specialista nei gol dai calci piazzati?

 

"Kvara, Zielinski, Raspadori e Osimhen sanno calciare le punizioni. Kvara usa l'effetto, Zielinski la potenza e l'fetto, Osimhen solo la potenza".

 

- Infine l'invito ai tifosi...

 

"Se questa partita sara' decisiva, bisogna saper vincere anche dopo la gara nei comportamenti e nel divertirsi. Questo sport e' dei bambini e dei figli. Tutti, anche io, avro' i figli in giro per la citta'. Non va messa a rischio nulla per i bambini. Serve buon senso".

 

Antonio Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

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