È il coach della Juvecaserta Max Oldoini, l’ospite del terzo appuntamento di “Speak&Roll Estate”, la rubrica in diretta Facebook a cura di Stefano Prestisimone - storica firma de Il Mattino - e Davide Uccella.
30 minuti a tutto campo arricchiti da grafiche, curiosità e le domande dei nostri followers, non solo per conoscere dal tecnico il futuro della società bianconera, approfondire il mercato dopo la transizione societaria, ma anche per fare il punto sui campionati che vedranno protagoniste le principali realtà del basket campano. A seguire le dichiarazioni più significative.
"PER LA NUOVA JUVE VALUTIAMO CHI C'ERA. VORREI TANTI UNDER, USA ESPERTI, SQUADRA ATLETICA" - "Siamo nuovi e ci stiamo muovendo a piccoli passi. La società ha dovuto prima iniziare a smaltire il pregresso, non è così semplice entrare in un mercato dove squadre come Napoli, Scafati, Verona o Udine sono entrate in maniera così aggressiva e ambiziosa, con giocatori superiori alla media. In questo momento stiamo facendo delle valutazioni a 360°, sia tecniche sia umane. Chiaro che queste riguardino anche chi c'era, per capire se possiamo trovarci con alcuni di loro. Quello che mi preme di più ora è il discorso degli italiani, e per quanto è possibile cercheremo di fare una squadra giovane, anche con qualche under in più. Per quanto riguarda gli americani, che saranno gli ultimi ad essere scelti, mi piacerebbero giocatori che hanno già un vissuto in Europa, che hanno già una formazione, almeno uno negli interni in uno negli esterni. Ci piacerebbe fare una squadra di taglia grande con un po’ di atletismo, e spero di ufficializzare qualche nome prima possibile. I nostri obiettivi fondamentali sono la continuità negli anni della società, senza fare investimenti clamorosi. E il primo passo di questa continuità è puntare alla salvezza".
"GIRONI NORD E SUD, UNA SOLUZIONE DI BUON SENSO E CON TANTI DERBY" - "Sicuramente c’è un risparmio economico e credo che in questo momento sia abbastanza importante. Dividere le squadre tra Est e Ovest oggi è un problema, specie per le società con meno budget. Si giocherebbero poi moltissimi derby, sarebbe molto bello ed emozionante affrontare Napoli e Scafati, che sono formazioni di altissima qualità. Uno stimolo in più per provare a vincerli, al di là di chi ha speso di più e di chi ha speso di meno".
"CON SACRIPANTI UNA LUNGA STORIA, MI HA ALLEVATO" - "La mia storia con Pino (Sacripanti, ndr) nasce dalle sfide tra il settore giovanile tra Cantù e Siena, ed è proseguita con la convocazione per entrambi in nazionale nel 2005. Ci toccò l’Under 20 e da allora Pino diventò il capo allenatore. Nacque un bellissimo rapporto non solo personale ma anche a livello cestistico. Eravamo insieme tutti i giorni, tutte le estati svisceravamo le problematiche dei giovani, allenavamo e cercavamo di preparare la squadra al meglio per affrontare gli europei, provare ad avere il miglior risultato. Quando poi lui è venuto a Caserta io ero già qui da due anni. Voleva che mi occupassi del mercato mentre lui teneva i rapporti con i procuratori. Io andai in America, proseguii a Bilbao con gli europei a parlare con tutti gli allenatori delle nazionali delle varie nazionali e poi da lì abbiamo continuato a stare insieme, fino a quando c’è stata questa opportunità di fare la serie B a Caserta. Mi ha allevato, ancora oggi ci confrontiamo sulle questioni tecniche dei giocatori. Di Pino mi è rimasto non solo il modo di allenare ma anche i rapporti con i giocatori. Andare a spaccare il capello nell’allenamento individuale, nel parlare, nel relazionarsi con loro e nell’essere vicino a loro, nello stesso tempo dandogli qualcosa e togliendogli qualcosa durante l’allenamento o durante una partita. Ammiro la sua idea di valorizzare i piccoli vicino a canestro, lo devo ringraziare perché mi faceva già allenare.
"TORNARE A CASERTA UN ONORE, CON TANTA VOGLIA DI RISCATTO" - "Quando il presidente Nicola d’Andrea mi ha chiamato siamo stati subito d’accordo sul progetto, che vorremmo portare avanti quanto più a lungo possibile. Ovviamente non possiamo paragonare tutto questo alla mia cavalcata in serie B, che è stata tanto bella ma è finita come purtroppo nessuno voleva. Siamo incappati con tre giocatori infortunati dopo che avevamo la seconda miglior difesa e il secondo miglior attacco, la squadra era una delle prime per tiro da tre punti. Ma quando perdi tre giocatori importanti di cui due nel quintetto base nell’ultimo mese, si è sentita la mancanza dei trascinatori. Ci metti anche che si sbagliavano tanti tiri liberi, tanti tiri da tre e in una serie troppo corta, difficile superare Nardò".
"MASCHERINE PER IL BASKET, SE CI SONO PERCHE' NO?" - "Se hanno creato questa mascherina, la stanno provando e può essere un bene per i giocatori perché non usarla?"
"IL MIO DEBUTTO DA COACH IN FORTITUDO, UNA GRANDE EMOZIONE" - "Ricordo un bellissimo pubblico, con un PalaDozza sempre gremito. Ci furono tantissimi cambiamenti dai coach ai giocatori. Fu veramente molto bella, perché aldilà delle sconfitte e delle vittorie, il popolo della Effe ha sempre seguito, con grande cuore e con grande voglia di essere lassù, dove poi è stata riportata da Antimo Martino".
di Napoli Magazine
02/07/2020 - 22:23
È il coach della Juvecaserta Max Oldoini, l’ospite del terzo appuntamento di “Speak&Roll Estate”, la rubrica in diretta Facebook a cura di Stefano Prestisimone - storica firma de Il Mattino - e Davide Uccella.
30 minuti a tutto campo arricchiti da grafiche, curiosità e le domande dei nostri followers, non solo per conoscere dal tecnico il futuro della società bianconera, approfondire il mercato dopo la transizione societaria, ma anche per fare il punto sui campionati che vedranno protagoniste le principali realtà del basket campano. A seguire le dichiarazioni più significative.
"PER LA NUOVA JUVE VALUTIAMO CHI C'ERA. VORREI TANTI UNDER, USA ESPERTI, SQUADRA ATLETICA" - "Siamo nuovi e ci stiamo muovendo a piccoli passi. La società ha dovuto prima iniziare a smaltire il pregresso, non è così semplice entrare in un mercato dove squadre come Napoli, Scafati, Verona o Udine sono entrate in maniera così aggressiva e ambiziosa, con giocatori superiori alla media. In questo momento stiamo facendo delle valutazioni a 360°, sia tecniche sia umane. Chiaro che queste riguardino anche chi c'era, per capire se possiamo trovarci con alcuni di loro. Quello che mi preme di più ora è il discorso degli italiani, e per quanto è possibile cercheremo di fare una squadra giovane, anche con qualche under in più. Per quanto riguarda gli americani, che saranno gli ultimi ad essere scelti, mi piacerebbero giocatori che hanno già un vissuto in Europa, che hanno già una formazione, almeno uno negli interni in uno negli esterni. Ci piacerebbe fare una squadra di taglia grande con un po’ di atletismo, e spero di ufficializzare qualche nome prima possibile. I nostri obiettivi fondamentali sono la continuità negli anni della società, senza fare investimenti clamorosi. E il primo passo di questa continuità è puntare alla salvezza".
"GIRONI NORD E SUD, UNA SOLUZIONE DI BUON SENSO E CON TANTI DERBY" - "Sicuramente c’è un risparmio economico e credo che in questo momento sia abbastanza importante. Dividere le squadre tra Est e Ovest oggi è un problema, specie per le società con meno budget. Si giocherebbero poi moltissimi derby, sarebbe molto bello ed emozionante affrontare Napoli e Scafati, che sono formazioni di altissima qualità. Uno stimolo in più per provare a vincerli, al di là di chi ha speso di più e di chi ha speso di meno".
"CON SACRIPANTI UNA LUNGA STORIA, MI HA ALLEVATO" - "La mia storia con Pino (Sacripanti, ndr) nasce dalle sfide tra il settore giovanile tra Cantù e Siena, ed è proseguita con la convocazione per entrambi in nazionale nel 2005. Ci toccò l’Under 20 e da allora Pino diventò il capo allenatore. Nacque un bellissimo rapporto non solo personale ma anche a livello cestistico. Eravamo insieme tutti i giorni, tutte le estati svisceravamo le problematiche dei giovani, allenavamo e cercavamo di preparare la squadra al meglio per affrontare gli europei, provare ad avere il miglior risultato. Quando poi lui è venuto a Caserta io ero già qui da due anni. Voleva che mi occupassi del mercato mentre lui teneva i rapporti con i procuratori. Io andai in America, proseguii a Bilbao con gli europei a parlare con tutti gli allenatori delle nazionali delle varie nazionali e poi da lì abbiamo continuato a stare insieme, fino a quando c’è stata questa opportunità di fare la serie B a Caserta. Mi ha allevato, ancora oggi ci confrontiamo sulle questioni tecniche dei giocatori. Di Pino mi è rimasto non solo il modo di allenare ma anche i rapporti con i giocatori. Andare a spaccare il capello nell’allenamento individuale, nel parlare, nel relazionarsi con loro e nell’essere vicino a loro, nello stesso tempo dandogli qualcosa e togliendogli qualcosa durante l’allenamento o durante una partita. Ammiro la sua idea di valorizzare i piccoli vicino a canestro, lo devo ringraziare perché mi faceva già allenare.
"TORNARE A CASERTA UN ONORE, CON TANTA VOGLIA DI RISCATTO" - "Quando il presidente Nicola d’Andrea mi ha chiamato siamo stati subito d’accordo sul progetto, che vorremmo portare avanti quanto più a lungo possibile. Ovviamente non possiamo paragonare tutto questo alla mia cavalcata in serie B, che è stata tanto bella ma è finita come purtroppo nessuno voleva. Siamo incappati con tre giocatori infortunati dopo che avevamo la seconda miglior difesa e il secondo miglior attacco, la squadra era una delle prime per tiro da tre punti. Ma quando perdi tre giocatori importanti di cui due nel quintetto base nell’ultimo mese, si è sentita la mancanza dei trascinatori. Ci metti anche che si sbagliavano tanti tiri liberi, tanti tiri da tre e in una serie troppo corta, difficile superare Nardò".
"MASCHERINE PER IL BASKET, SE CI SONO PERCHE' NO?" - "Se hanno creato questa mascherina, la stanno provando e può essere un bene per i giocatori perché non usarla?"
"IL MIO DEBUTTO DA COACH IN FORTITUDO, UNA GRANDE EMOZIONE" - "Ricordo un bellissimo pubblico, con un PalaDozza sempre gremito. Ci furono tantissimi cambiamenti dai coach ai giocatori. Fu veramente molto bella, perché aldilà delle sconfitte e delle vittorie, il popolo della Effe ha sempre seguito, con grande cuore e con grande voglia di essere lassù, dove poi è stata riportata da Antimo Martino".